Numerosi produttori di fragole del Metapontino stanno abbandonando il prodotto nei campi per la scarsa remunerazione e soprattutto per la mancanza di personale necessario alla raccolta. Il grido d’allarme parte dalla Cia Agricoltori Italiani di Matera-Metapontino secondo cui la campagna 2019, giunta al 60 per cento della raccolta, si caratterizza tra le più negative degli ultimi anni.
Giuseppe Stasi, presidente della Cia di Matera – che annuncia la convocazione urgente del GIE (Gruppo Interesse Economico) nazionale comparto ortofrutta per il punto della difficile situazione – sottolinea la drammaticità perché numerosi fragoleti sono già abbandonati facendo marcire il prodotto.
Fa i conti in tasca ai produttori del Metapontino: per un ettaro di fragole bisogna investire tra i 60 e i 65 mila euro; solo per trasporto ed imballaggio il costo è di 70-80 cent al kg; la manodopera oltre alle tariffe provinciali dei lavoratori agricoli da noi incide per altri 10 euro a lavoratore. Se, dunque, si producono meno di 400 quintali ad ettaro e si vendono persino sotto i 2 euro al kg – sottolinea Stasi – per molti produttori la scelta di far marcire il prodotto in azienda diventa una scelta purtroppo obbligata. Il rischio – per la Cia – è pesante perché la fragola è un “brand” sempre più affermato per il “made in Basilicata”. A confermarlo sono le cifre. Con 60 milioni di piantine vendute (pari a circa 1.000 ettari e una produzione stimata di 20-25.000 tonnellate), la Candonga è la prima varietà utilizzata dai produttori di fragola del Sud Italia e nella piana di Metaponto viene impiegata nell’80 per cento degli impianti su una superficie di 600 ettari, per 60-70 milioni di euro di fatturato.
E’ l’Ismea che certifica che nei giorni scorsi (dopo le festività pasquali) i prezzi delle fragole sui mercati del Metapontino hanno toccato 1,25 euro/kg per il prodotto comune e 1,90 euro/kg per la Candonga mentre si risente fortemente dell’inadeguatezza di offerta di manodopera stagionale, da queste parti in particolare formata da lavoratori extraregionali ed extracomunitari. Se a questo si aggiunge il solito fenomeno della concorrenza spietata dal Nord Africa con fragole vendute all’ingrosso sui mercati italiani ad un quarto del prezzo della Candonga del Metapontino e mercati invasi di fragole della Spagna “taroccate” e spacciate per fragole del Metapontino, si rischia il “colpo di grazia” alla nostra produzione della fragola. Stasi insiste sui costi: al calo di quelli spuntati sui mercati si aggiungono tributi, tasse, strumenti fiscali che insieme alla malaburocrazia ”strozzano” gli imprenditori agricoli.