Anche se non perseguibili – dichiara in una nota il presidente nazionale Confeuro, Andrea Michele Tiso – restano comunque gravi le tante responsabilità politiche che hanno riguardato, e riguardano, la diffusione del batterio della Xylella tra gli ulivi pugliesi. A dirlo con chiarezza è stato il giudice per le indagini preliminari di Lecce, il quale, pur sostenendo l’impossibilità di ottenere delle prove certe di colpevolezza, evidenzia comunque le “molteplici irregolarità”, il “pressapochismo e la negligenza” con le quali hanno agito in questa vicenda i tecnici, gli accademici e i rappresentanti delle istituzioni politiche locali.
Come Confeuro – continua Tiso – abbiamo sottolineato in diverse occasioni questi aspetti, ricordando anche come il pericolo della Xylella sia stato denunciato dagli agricoltori pugliesi ben prima del suo successivo clamore politico e mediatico.
Quel che serve – conclude Tiso – è una totale inversione di rotta, non solo nelle politiche, ma anche nelle metodologie decisionali. Fino ad oggi, infatti, il comparto agroalimentare è stato gestito con meccanismi escludenti e volti a penalizzare e sminuire il lavoro e le conoscenze dei produttori agricoli. E’ giunto il momento, invece, di ridare protagonismo a chi vive in prima persona l’agricoltura e ne conosce più di chiunque altro le necessità e le opportunità di sviluppo.