Dopo i rialzi in avvio d’anno, a partire da marzo i prezzi dei risi scambiati nel mercato italiano hanno registrato una fase di stagnazione, evidente soprattutto per i risi da risotto, in particolare Arborio e Carnaroli. I prezzi restano però più alti rispetto allo scorso anno per la maggior parte dei risi. Spicca, tra i risi a grana Tonda, il Selenio, il cui prezzo medio ad aprile ha messo a segno una crescita superiore al 70% su base annua. Di fatto, i prezzi attuali del Selenio si attestano ai massimi da inizio 2009. Tra i classici risi da risotto, aumento consistente anche per l’Arborio-Volano (+45% su base annua), per il S. Andrea (+39%) e per il Carnaroli (+32%). Più contenuto, tra i risi Indica, l’aumento anno su anno per il Thaibonnet, pari ad un +8%. Sono alcuni dei dati contenuti nell’analisi trimestrale sul mercato risicolo compiuta dalla Camera di Commercio di Pavia in collaborazione con BMTI.
Sul fronte del commercio con l’estero, intanto, il forte aumento delle importazioni italiane di riso registrato negli anni scorsi ha mostrato una netta battuta d’arresto nel 2018. Nel complesso, infatti, l’import di prodotti risicoli ha accusato un calo del 19,3% in volume (da 223mila a 180mila tonnellate) e del 10,5% in valore (da 147 a 132 milioni di euro). Particolarmente accentuata è stata la contrazione dell’import di risone e riso semigreggio, i cui volumi sono calati rispettivamente del -32,3% e -34,2% rispetto al 2017. In controtendenza gli arrivi di riso lavorato e semilavorato, in crescita del +6,3% su base annuale.
Flessione che nel 2018 ha riguardato anche l’export, sebbene meno ampia rispetto alla riduzione dell’import. Le quantità spedite all’estero, dopo la crescita del +13% nel 2017, hanno accusato nel 2018 una contrazione del 4,9% in volume (da 750mila a 714mila tonnellate) e del 2,5% in valore (da 533 a 520 milioni di euro). Si conferma ampiamente positivo, invece, il saldo della bilancia commerciale, attestato sui 388 milioni di euro, in crescita dello 0,6% rispetto al 2017.