Il Consiglio dell’Unione europea ha approvato in via definitiva la legge che era stata proposta dal Parlamento europeo per vietare, a partire dal 2021, la vendita di alcuni prodotti di plastica monouso come posate, piatti, cannucce, cotton fioc e bastoncini per palloncini.
Il Consiglio chiede anche che i singoli Stati nazionali si impegnino a ridurre l’uso degli altri prodotti in plastica e che i produttori rispettino le direttive per lo smaltimento dei rifiuti: inoltre, è stato stabilito che entro il 2029 dovrà essere raccolto il 90 per cento delle bottigliette di plastica; entro il 2025 dovranno essere composte per il 25 per cento di materiale riciclato, e per il 30 per cento entro il 2030.
“La messa al bando della plastica usa e getta è di certo una buona notizia, ma occorre fare di più – afferma il presidente della commissione Agricoltura alla Camera, Filippo Gallinella, che aggiunge: “se, ad esempio, applicassimo in Italia un ‘prelievo ambientale’ su ogni contenitore in plastica sotto i 5 litri di 2 centesimi al pezzo avremmo un gettito di oltre 100 milioni di euro all’anno che, ipoteticamente, potrebbero essere destinati alla creazione di contenitori ecologici, al recupero della plastica nei nostri mari o ad altre finalità sociali. E ciò avrebbe anche un’alta valenza educativa: no alla plastica perché nuoce all’ambiente. Basti sapere – prosegue Gallinella – che la sola Unione europea produce circa 26 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno, di cui solo il 30 per cento al momento è riciclabile, e di questi finiscono nel mare tra le 150 mila e le 500 mila tonnellate: sulle spiagge europee l’80-85 per cento dei rifiuti è plastica e, per la maggior parte, sono prodotti usa e getta. Per aver un’idea più chiara di cosa significhi è, più o meno, come se ogni anno 66 mila camion della spazzatura gettassero i loro carichi direttamente in mare. Nel frattempo – conclude Gallinella – visto che ci vorranno ancora due anni prima dell’entrata in vigore, possiamo comunque evitare di acquistare stoviglie e oggetti in plastica monouso, preferendo alternative biodegradabili o riutilizzabili”.