Nonostante gli investimenti attuati, l’ambiente economico in Italia è poco favorevole alle imprese, alla loro crescita, agli investimenti e al lavoro. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nella sua tradizionale relazione annuale, ha posto al centro l’urgenza di una programmazione economica di ampio respiro che abbandoni gli interventi tampone per ragionare complessivamente verso riforme che stimolino l’attività economica, garantendo al contempo maggiore stabilità. Posizioni che sposano quanto sollecitato da Confagricoltura per il settore primario e l’intera economia.
L’allarme – “Il grido di allarme alla politica arriva, oltre che dal mondo produttivo, anche da Via Nazionale – afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – È chiaro che non possiamo più aspettare: serve un’azione di lungo respiro e un quadro normativo stabile affinché la politica industriale del nostro Paese sia davvero efficace“. Investimenti, infrastrutture e lavoro sono le priorità condivise, così come, in ambito europeo, servono politiche economiche fondate sull’effettiva condivisione di strategie e obiettivi, con norme e istituti comuni. “L’Europa assorbe il 56% del nostro export e rappresenta il 60% delle nostre importazioni – ricorda Giansanti – L’economia italiana è profondamente integrata in quella europea: l’abbiamo ribadito nella nostra recente assemblea a Milano e lo ripetiamo oggi alla luce della relazione del Governatore Visco. Passiamo ora dalle parole ai fatti – conclude Giansanti – la politica non deve più perdere tempo perché le nostre imprese non possono più aspettare“.