Il Consiglio di Amministrazione ha eletto Fabrizio Bindocci alla guida del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino. Bindocci resterà in carica fino al 2021. Il Consiglio ha inoltre eletto i tre Vicepresidenti: Giacomo Bartolommei (28 anni, dell’azienda Caprili) con delega al Bilancio, Stefano Cinelli (63 anni, alla Guida della Fattoria dei Barbi) che guiderà la commissione Rapporti Istituzionali e Riccardo Talenti (40 anni, proprietario dell’omonima azienda) che guiderà quella della Promozione. Elisa Fanti della Tenuta Fanti sarà invece la responsabile della Commissione Tecnica.
Fabrizio Bindocci, 64 anni, dal 1999 è il direttore generale dell’azienda Il Poggione della famiglia Franceschi (azienda per la quale lavora fino dal 1976), una delle tenute storiche della terra del Brunello. Già vicepresidente durante il primo mandato di Filippo Fanti (1998 – 2000), ha ricoperto la carica di Presidente dal giugno 2012 (subentrando ad Ezio Rivella, dimissionario per motivi personali) sino al 2016, essendo stato riconfermato come Presidente nel 2013. Dal gennaio 2018 ha guidato in qualità di Presidente la neonata della “Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”.
Bindocci per tre anni sarà alla testa di una realtà leader internazionale dell’enologia che nel 2018 ha prodotto 8 milioni di bottiglie di Brunello e 4,5 milioni di Rosso, per un giro di affari che ammonta a 160 milioni di euro. L’export si conferma al 70% della produzione totale, con gli USA in testa alla “classifica”, seguiti da Europa, mercati asiatici, Canada e centro e sud America.
«Il consiglio che si apre – sottolinea Bindocci – ha un mandato forte, confermato dalla presenza di quasi tutte le aziende più note del territorio. Il Brunello è da tempo un marchio di altissimo profilo, ma in questo momento noi crediamo che il nostro Paese abbia bisogno di qualcosa di più. Il Brunello vuole essere il simbolo della grandezza della viticoltura italiana, e questo è l’unico progetto di questa presidenza. È un progetto ambizioso, che vuole mettere insieme qualità, prestigio, mito e un gruppo straordinario di viticoltori per scalare i vertici mondiali. Noi crediamo che i tempi siano maturi, il vino italiano deve crescere e il Brunello vuole essere un protagonista. Per questo – prosegue Bindocci – il mio sarà un mandato che trova nell’unione indissolubile tra produttori, Consorzio e territorio, la linfa vitale. La complementarietà tra i grandi produttori, che rappresentano alcuni dei player più importanti del sistema vitivinicolo nazionale, e i piccoli vignaioli, custodi della tradizione e dell’alto artigianato enologico, ha fatto grande il Brunello.
Grazie a ciò – prosegue Bindocci – il Consorzio potrà sempre più svolgere oltre al ruolo di “gestore della denominazione” quello di vera e propria “agenzia di sviluppo territoriale e di “catalizzatore di energie” produttive e promozionali. Il Consorzio del Brunello è chiamato a diventare un tavolo di sintesi, dove il valore del marchio del territorio è più facilmente comunicabile, per rispondere alle esigenze delle piccole e grandi aziende, ma anche alle sollecitazioni che vengono dal mondo della politica e delle istituzioni. In una parola la nuova frontiera finisce per chiamarsi necessariamente “promozione del territorio”. Il Consorzio del Brunello di Montalcino quindi attuerà anche una serie di eventi e manifestazioni “destagionalizzate” per animare il territorio anche nei periodi dell’anno meno frequentati da turisti e/o appassionati. Tutto questo – conclude Bindocci – puntando sui giovani».