Si chiama Fit4Reuse ed è un progetto di ricerca internazionale che ha l’obiettivo di definire soluzioni sicure e sostenibili per l’uso integrato di risorse idriche non convenzionali nel settore agricolo del Mediterraneo. Fit4Reuse – progetto italiano vincitore dei bandi PRIMA 2018 per il settore “water management” – della durata di 36 mesi, può contare su un finanziamento di oltre 2 milioni di euro. Il progetto è coordinato dall’Italia con l’Università di Bologna, oltre ad altre unità di ricerca italiane: l’Università Politecnica delle Marche e l’Ispra – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Fra gli altri soggetti di ricerca stranieri fanno parte del progetto: Ecofilae (Francia); Bioazul SL (Spagna); University of Tunis El Manar, Higher Institute for Applied Biological Sciences of Tunis (Tunisia); National Technical University of Athens (Grecia); Istanbul Technical University (Turchia); Mekorot (Israele).
Il progetto (link FIT4REUSE) nasce in un contesto che vede l’area del Mediterraneo caratterizzata da disponibilità limitata di risorse idriche sia nel tempo che nello spazio. Nel futuro si prevede un aumento della concorrenza per l’utilizzo dell’acqua che renderà il settore agricolo, il più grande utilizzatore di acqua nel bacino del Mediterraneo, più vulnerabile. Lo sfruttamento di risorse idriche non convenzionali in modo sicuro e sostenibile potrebbe aiutare a risolvere questo problema e portare benefici per l’intera regione.
Con il progetto si vogliono affrontare le sfide sull’uso di acque non convenzionali (come le acque reflue depurate e acque dissalate) in agricoltura attraverso tre livelli: innovazione nella tecnologia relativa al trattamento; applicazione in ambienti simulati-rilevanti; valutazione e regolazione, garantita dalla inclusione di partner governativi, industriali e attivi nell’ambito della ricerca provenienti da diverse aree del Mediterraneo.
Il primo livello si concentrerà sul trattamento e la dissalazione delle acque reflue e delle acque saline e salmastre, in particolare attraverso la combinazione di soluzioni “naturali” (fitodepurazione) e trattamenti intensivi (reattori anaerobici, membrane, nanomateriali).
Una volta ottenuta un’acqua di qualità conforme agli standard previsti dalla normativa vigente, il secondo livello del progetto prevede lo studio diretto e indiretto degli schemi di riutilizzo dell’acqua. Verranno analizzati, in particolare, le diverse tecnologie e prassi per l’irrigazione, nonché gli effetti che le risorse idriche non convenzionali hanno sul terreno e sulla sicurezza delle colture per il consumo umano.
Il terzo livello studierà i risultati ottenuti e analizzerà gli impatti economici, sociali ed ambientali delle soluzioni proposte. Infine, verranno sviluppate delle linee-guida per standardizzare il piano di riutilizzo di acque non convenzionali.
Importanti i risultati attesi dal progetto. Soluzioni innovative, sostenibili e low-cost saranno sviluppate e adattate alle condizioni del Mediterraneo. Il progetto punta a migliorare l’efficienza dei sistemi di gestione delle risorse idriche, a ridurre l’impatto negativo sull’ambiente e ad influenzare la percezione pubblica attraverso l’inclusione di tutti gli stakeholder coinvolti, fornendo così le basi per un cambiamento delle politiche e di conseguenza per una più ampia applicazione delle risorse idriche non convenzionali. In particolare, Fit4Reuse ambisce a mitigare gli effetti nocivi del cambiamento climatico e può servire da esempio per altre regioni con contesti simili.
Link POI – PRIMA Observatory on Innovation