“Vino Nobile di Montepulciano. Denominazione di origine controllata e garantita. Toscana”. Dopo l’adozione della modifica anche da parte del Ministero, sarà questa la dicitura obbligatoria per il Vino Nobile di Montepulciano, dopo che la Regione Toscana nella data dell’8 luglio ha approvato le modifiche al disciplinare della prima Docg italiana che avrà, tra le prime della regione, l’obbligatorietà di indicare la dicitura “Toscana”. Delibera che accoglie la richiesta unanime dell’interprofessione rappresenta dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. «Un traguardo importante per la nostra denominazione, frutto di un percorso portato avanti con tenacia dal Consorzio e condiviso con la Regione Toscana, che fin da subito ha saputo interpretare le esigenze dei produttori – spiega il Presidente del Consorzio del Vino nobile di Montepulciano, Andrea Rossi – questo permetterà di apportare maggiore chiarezza in tutti quei consumatori, soprattutto stranieri, che ancora oggi fanno confusione con la denominazione abruzzese».
«Indubbiamente la sinonimia del termine “Montepulciano” con la denominazione “Montepulciano d’Abruzzo” rappresenta per le denominazioni di Montepulciano un motivo di criticità, in quanto contribuisce a creare confusione sui mercati a danno dei produttori di Montepulciano e dei consumatori” è stato il commento dell’Assessore all’Agricoltura Marco Remaschi, che poi prosegue: “La richiesta di modifica dei disciplinari di produzione avanzata dal Consorzio è del tutto coerente con quanto sancito dal Protocollo d’Intesa siglato nel 2012 dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e dal Consorzio Vini d’Abruzzo, dalla Regione Toscana e dalla Regione Abruzzo, nonché dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e da Federdoc. Con quel Protocollo d’Intesa, i due Consorzi si erano impegnati ad intraprendere iniziative che favorissero la corretta identificabilità dei due vini ed in particolare dei rispettivi territori di origine. Oggi, coerentemente con gli impegni assunti, la Giunta regionale toscana ha espresso parere positivo sulla istanza di modifica dei disciplinari di produzione delle denominazioni Vino Nobile di Montepulciano, Rosso di Montepulciano e Vin Santo di Montepulciano, avanzata dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, ritenendola aderente alla volontà manifestata dai produttori di disporre di un disciplinare che consenta una migliore identificazione dei propri vini con il territorio, tramite lo strumento giuridico messo a disposizione dalla normativa comunitaria e nazionale». Le modifiche proposte consentiranno di aumentare la tutela nei confronti del consumatore finale e permetteranno al Consorzio di intensificare l’attività di promozione del territorio per una migliore e più puntuale comunicazione.
Le modifiche del disciplinare. La dicitura obbligatoria riguarda non solo il Vino Nobile di Montepulciano Docg, ma anche il Rosso e il Vin Santo di Montepulciano Doc. Nello specifico, la modifica proposta riguarda l’articolo 7 del disciplinare di produzione delle tre denominazioni (Vino Nobile di Montepulciano, Rosso di Montepulciano e Vin Santo di Montepulciano) e consiste nella introduzione dell’obbligo di inserire in etichetta il termine geografico più ampio, “Toscana”, in aggiunta alla denominazione. Dal punto di vista del procedimento, adesso la proposta di modifica dei tre disciplinari passa all’esame del Ministero. In pratica, dopo che la Regione si è espressa positivamente sulla modifica, la pratica viene inoltrata al Ministero, che la esaminerà dal punto di vista tecnico, per poi portarla all’esame del Comitato Nazionale Vini. Solo dopo l’adozione del Decreto di modifica del disciplinare da parte del Ministero, entrerà in vigore l’obbligo di inserire, nell’etichetta delle tre denominazioni di Montepulciano, il termine “Toscana”.
Una notizia, quella della nuova introduzione nel disciplinare di produzione, che evidenzia l’importanza del lavoro svolto in questi anni dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, proprio nei confronti della tutela e della promozione. Dal punto di vista della tutela, il marchio è stato registrato praticamente in tutto il mondo; nonostante questa attenzione, la priorità era quella di trovare un modo per rendere ancora più netta la differenza con la denominazione abruzzese, che riporta la parola Montepulciano relativamente al vitigno utilizzato (e non al territorio di origine), elemento che da anni genera confusione nel consumatore, a scapito soprattutto della denominazione toscana che avrà un’arma in più per essere meglio rappresentata in tutto il mondo. E d’altronde proprio l’export, con una quota pari al 78%, continua a rappresentare il maggiore mercato per il grande vino di Montepulciano. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 44% della quota esportazioni. Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti che segnano ancora una crescita rispetto al precedente anno arrivando nel 2018 arrivando a rappresentare il 22% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano.