La superficie viticola mondiale raggiunge i 7,4 milioni di ettari nel 2018 e crescono, nello stesso anno, sia produzione che scambi commerciali. Guardando all’Europa, tra il 2017 e il 2018 la superficie aumenta in Italia di circa 5.000 ettari, attestandosi a 706 mila ettari, mentre negli altri Paesi europei si nota una stabilizzazione delle superfici coltivate a vigneto. Sono i dati resi noti da Pau Roca, direttore generale OIV nel corso del 42esimo Congresso mondiale della vigna e del vino.
Dal rapporto emerge come la Spagna rimane in testa alla classifica mondiale, con 969 mila ettari. In Asia, dopo oltre 10 anni di forte crescita, l’espansione del vigneto cinese (875 mila ettari) rallenta, mentre quello della Turchia (448 mila ettari) vede la sua dimensione stabilizzarsi nel 2018, dopo un calo sostenuto che proseguiva dal 2003. Nel continente americano, il vigneto cresce principalmente in Messico, dove raggiunge i 34 mila ettari. Il vigneto del Sud Africa continua lentamente a ridursi dal 2012 e nel 2018 tocca i 125 mila ettari. In Oceania, il vigneto australiano (145 mila ettari) parrebbe frenare la sua recente flessione, mentre quello neozelandese rimane grosso modo stabile, con una superficie intorno ai 39 mila ettari.
Dopo una produzione 2017 eccezionalmente bassa, la produzione mondiale è cresciuta di 42,5 milioni di ettolitri, stimata in 292,3 milioni di ettolitri, vicina al livello molto elevato del 2004. L’Italia si conferma primo produttore mondiale, con 54,8 milioni di ettolitri, seguita dalla Francia (con 49,1 milioni di ettolitri) e dalla Spagna (che registra 44,4 milioni di ettolitri). Tuttavia, in alcuni Paesi Ue le condizioni meteorologiche sono state meno favorevoli. In Portogallo (6,1 milioni di ettolitri), gli attacchi di peronospora e oidio hanno avuto un impatto sulla produzione 2017, che rimane comunque superiore alla media degli ultimi anni. La Grecia (2,2 milioni di ettolitri) e la Bulgaria (1 milione di ettolitri) registrano produzioni scarse. In Cina i dati disponibili porterebbero a stimare la produzione vinificata 2018 in 9,3 milioni di ettolitri, ossia in calo di 2,3 milioni di ettolitri rispetto al 2017. Nel continente americano si registrano invece evoluzioni più contrastanti. Gli Stati Uniti registrano nel 2018, con 23,9 milioni di ettolitri, una produzione di vino (esclusi succhi e mosti) superiore di 0,5 milioni di ettolitri rispetto al 2017. L’Argentina, con 14,5 milioni di ettolitri, cresce di 2,7 milioni di ettolitri. Anche il Cile segna una forte crescita pari a 3,4 milioni di ettolitri, portandosi a 12,9 milioni di ettolitri, mentre la produzione brasiliana nel 2018 cala a 3,1 milioni di ettolitri. Il Sud Africa (9,5 milioni di ettolitri) vede una riduzione di 1,4 milioni di ettolitri rispetto al 2017, dovuta all’impatto della siccità. In Oceania, la produzione australiana rimane stabile, con 12,9 milioni di ettolitri vinificati nel 2018. La produzione neozelandese è di 3 milioni di ettolitri, registrando un +0,2 rispetto al 2017.
Gli scambi mondiali di vino nel 2018 sono in leggero rialzo, con 108 milioni di ettolitri e un incremento anche in termini di valore dell’1,2%, raggiungendo i 31,3 miliardi di euro. La Spagna continua a essere il primo esportatore mondiale in volume, con 20,9 milioni di ettolitri e una quota del 19,4% del mercato mondiale. La Francia rimane il primo esportatore mondiale in valore, con 9,3 miliardi di euro esportati nel 2018. Le esportazioni di vino sono sempre ampiamente dominate da Spagna, Italia e Francia, che rappresentano oltre il 50% del volume del mercato mondiale nel 2018, ossia 54,8 milioni di ettolitri. I vini in bottiglia costituiscono il 70% del valore totale dei vini esportati nell’anno. In termini di valore, i vini spumanti rappresentano il 20% del mercato mondiale. Nel 2018 le esportazioni di vini sfusi si sono ridotte in volume (-5%), ma sono cresciute in valore (+3,8%). I cinque primi paesi importatori (Germania, Regno Unito, USA, Francia e Cina) rappresentano oltre la metà delle importazioni totali.
Nel 2018 il consumo mondiale di vino, stimato in 246 milioni di ettolitri, sembra segnare una battuta d’arresto, dovuta principalmente al calo dei consumi in Cina e nel Regno Unito. Gli Stati Uniti si confermano primo consumatore mondiale dal 2011 e dovrebbero raggiungere i 33 milioni di ettolitri, in leggera crescita rispetto all’anno precedente (+1,1%). In America del Sud si osserva un leggero calo, eccetto in Brasile, dove il consumo 2018 resta praticamente stabile rispetto al 2017 e si conferma a 3,6 milioni di ettolitri. In Europa il consumo di vino si stabilizza nella maggior parte dei Paesi, a eccezione della Spagna (dove aumenta per il terzo anno consecutivo, con 10,7 milioni di ettolitri nel 2018), del Portogallo (5,5 milioni di ettolitri), della Romania (4,5 milioni di ettolitri) e dell’Ungheria (2,4 milioni di ettolitri). In Cina il consumo del 2018 calcolato per bilancio scende del 6,6% rispetto al 2017 e si attesta a circa 18 milioni di ettolitri. Anche il Sud Africa registra un leggero calo, calando a 4,3 milioni di ettolitri. In Oceania, invece, l’Australia cresce del 6,1% rispetto al 2017 e raggiunge i 6,3 milioni di ettolitri, mentre a Nuova Zelanda rimane stabile a 0,9 milioni di ettolitri.