“Sui permessi di circolazione delle macchine agricole eccezionali Regione Lombardia ha commesso una grave leggerezza e anche Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, si è accorta dei rischi di una sburocratizzazione giusta nel merito, ma errata nei metodi e ha raccomandato ai Comuni di rispondere esplicitamente alle richieste di parere in materia di circolazione di mezzi agricoli eccezionali, comunicando formalmente il nulla osta alla Provincia o, nel caso, formulando motivato diniego”.
Il problema lo aveva sollevato immediatamente la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, mentre altri, al contrario, si erano espressi in modo completamente favorevole nei confronti di Regione Lombardia, ipotizzando persino un risparmio di diverse migliaia di euro per azienda.
“La verità è invece un’altra e lo avevamo già denunciato – precisa il vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini -. Innanzitutto, è abbastanza singolare che una legge regionale possa abrogare una norma del Codice della Strada. Regione Lombardia rimanda per i mezzi agricoli eccezionali la possibilità di circolare su strada a una cartina stradale ancora da definire”.
Il rischio, prosegue Cappellini, “è quello di vietare il transito degli stessi su alcune strade, in contrasto con la necessità delle macchine agricole di accedere a tutto il territorio regionale, anche attraverso la viabilità minore e rendendo impossibile, ad esempio, svolgere ordinarie operazioni in campo, con grave danno non soltanto per le imprese agromeccaniche, ma anche quelle agricole. Lo avevamo spiegato come Cai e la circolare dell’Anci, confermando l’iter autorizzativo, ha di fatto confermato la necessità del rilascio dei permessi di circolazione”.
La Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani ha già sollecitato all’assessorato lombardo ai Trasporti un incontro, lamentando peraltro il fatto che una Regione all’avanguardia nel Paese come la Lombardia non possa legiferare su una materia così specifica come i permessi di circolazione dei mezzi agricoli eccezionali senza interpellare la prima realtà lombarda per numero di mezzi immatricolati, rappresentata da Confai Lombardia, aderente a Cai. “Un errore che il comparto agricolo rischia di pagare molto caro”, conclude Cappellini.