Non c’è altro da fare che avere il riconoscimento di stato di calamità naturale in maniera tale che almeno i danni più gravi possano essere riparati o vedremo decine di aziende chiudere. Stiamo già provvedendo a raccogliere la documentazione per la richiesta ma già ora, nonostante i dati non siano ancora definitivi, siamo in grado di stimare una perdita nelle nostre produzioni superiore in media al 50%, anche se i nostri associati ci dicono che per la grandine sono andati distrutti completamente molti frutteti e le coltivazioni di girasole e mais.” così Angiolino Mancini, presidente Confagricoltura Arezzo, spiega la dimensione dei disastri che il maltempo ha inflitto sulle imprese agricole di tutta la provincia di Arezzo.
“E’ auspicabile – aggiunge Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana – che questa volta la politica, sia a livello locale che regionale che nazionale, dia subito un segnale di concreta attenzione al mondo agricolo di Arezzo e della Toscana già oberato da pesi e costi impropri. Se sulla testa dei nostri agricoltori verrà messo anche il costo dei danni provocati dal maltempo, è ovvio che molti saranno costretti a chiudere. Per questo motivo chiediamo che sia immediatamente riconosciuto lo stato di calamità in maniera tale da permettere a ogni azienda di iniziare subito con le opere sia di messa in sicurezza che di ripristino che sono propedeutiche per far ripartire la coltivazione e la produzione”.