Dai 340 ai 360 euro al quintale: è stato questo il prezzo comunicato lunedì mattina a Castagnole Lanze in occasione della 160 ° edizione della Fiera della Nocciola, prezzo accolto dai corilicoltori con moderata soddisfazione, considerata la scarsa quantità e una qualità al di sotto delle aspettative.
E’ stata, questa, un’annata caratterizzata da una produzione insoddisfacente la cui causa è quasi esclusivamente riconducibile alla massiccia presenza della cimice asiatica, da alcuni anni vero e proprio flagello per i nostri noccioleti. A questo scenario vanno ad aggiungersi, seppur in modo marginale, la grandinata dell’11 agosto scorso (n.d.r. il governatore Cirio, che ha firmato la richiesta dello stato di emergenza per la Regione Piemonte, sarà nella nostra provincia per un sopralluogo delle zone colpite venerdi 6 settembre) e i repentini sbalzi climatici del mese di maggio.
Queste e altre tematiche legate all’ambito commerciale sono state oggetto di dibattito nel corso del convegno “Il mercato e la nocciola: attualità e prospettive” in cui era presente il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso: “Il fatto che la tonda gentile venga coltivata principalmente da piccole aziende può rappresentare una posizione di svantaggio nel determinare il prezzo finale sul mercato – ha affermato Carosso – ma l’intenzione della Regione è di sostenere forme di collaborazione tra i corilicoltori in modo che possano influire maggiormente sulle variabili che definiscono il costo di vendita”.
Confagricoltura Asti, per voce del suo consulente tecnico specialistico Enrico Masenga, traccia un primo bilancio sull’annata corilicola: “La produzione quest’anno è molto variabile su ogni singolo appezzamento e si stima in media un calo produttivo rispetto alla precedente campagna. L’annata è stata caratterizzata da una primavera fredda che ha condizionato negativamente tutte le colture e neanche le nocciole sono state risparmiate, registrando un ritardo nella maturazione di almeno 10 giorni. Sul fronte della lotta alla cimice asiatica possiamo invece affermare che il sistema di monitoraggio ha funzionato ed ha permesso sia di evitare trattamenti quando l’insetto non era ancora presente sia di mantenerlo sotto controllo quando necessario. Nonostante sia ancora prematuro stabilire l’effettiva entità – conclude Masenga – possiamo confermare che, tramite l’analisi dei primi campioni, tutti coloro che hanno effettuato i trattamenti al momento indicato, e con l’atomizzatore ben regolato, sono riusciti a contenere i danni”.