L’OI pomodoro da industria Bacino Centro Sud Italia, in collaborazione con ANICAV, sta portando avanti un importante progetto finalizzato a valutare l’idoneità alla trasformazione industriale di alcune cultivar di pomodoro per la produzione di conserve con materia prima proveniente dal bacino Centro Sud.
Il progetto ha previsto la messa a coltura, in alcuni campi pugliesi appositamente selezionati, di piantine di pomodoro fornite dalle aziende sementiere Nunhems, Syngenta, Heinz/Furia Seed, United Genetics, Monsanto/Seminis, Clause e ISI Sementi. A metà settembre la materia prima verrà, quindi, sottoposta a trasformazione presso l’impianto pilota della SSICA di Angri dove una squadra di assaggiatori – composta da tecnici della parte agricola, dell’industria e delle case sementiere – effettuerà una valutazione delle caratteristiche sensoriali dei derivati ottenuti, per rispondere al sempre più elevato interesse dei consumatori e dell’industria verso il recupero dei tipici caratteri organolettici del pomodoro trasformato quali il profumo e il gusto.
Le risultanze della sperimentazione, così come quelle dell’analogo lavoro implementato dall’OI pomodoro da industria del Nord, potranno essere messe a disposizione del comparto che rappresenta una delle più importanti filiere dell’agroalimentare italiano.
I contenuti del progetto – che per ciascuna cultivar prevede sia l’osservazione della resa agronomica che della resa industriale – sono stati illustrati nel corso di una visita, svoltasi oggi ai campi di Lucera (FG) per osservare lo stato vegetativo e fitosanitario delle colture.
«La visita è stata anche l’occasione per fare il punto sulla anomala campagna in corso che, iniziata con un ritardo di oltre una settimana rispetto agli altri anni, sta procedendo con una inusuale lentezza. – dichiara Guglielmo Vaccaro, Presidente dell’OI Bacino Centro Sud – Il clima piovoso di maggio, infatti, ha posticipato trapianti e raccolta e le condizioni climatiche non favorevoli registratesi nel mese di luglio stanno incidendo in maniera significativa sulle rese. Tutto questo comporterà, quindi, la necessità di un’importante raccolta a settembre con tutti i rischi climatici legati a tale mese».