Gli agricoltori si uniscono al grido di allarme dei sindaci dei Colli Euganei per lo stato di emergenza causato dal proliferare dei cinghiali, che, come dimostrano gli incidenti stradali degli ultimi giorni, stanno diventando un pericolo anche per la viabilità. La soluzione, come Confagricoltura suggerisce da anni, è quella di pigiare l’acceleratore sull’attività di cattura degli animali, che per essere efficace deve essere continua e ininterrotta.
«Riscontriamo, dai dati del Parco Colli, che quest’anno le catture stanno procedendo con maggiore decisione – sostiene Renzo Cavestro, direttore di Confagricoltura Padova -, con 1.206 ungulati rimossi da gennaio ad agosto, circa 350 in più del 2018 e un centinaio in più rispetto al 2017. Occorre però che le catture non si interrompano nei quattro mesi invernali, come è già successo, perché si rischia di vanificare tutto il lavoro precedente, favorendo la riproduzione degli animali. Noi, al pari dei sindaci, siamo preoccupati per l’incolumità delle persone e ovviamente anche per i gravissimi danni alle coltivazioni; in particolare, in questo momento, ai vigneti, le cui uve cominceranno a essere raccolte nei prossimi giorni. Per molte aziende che producono vini di pregio l’uva coltivata è fondamentale per realizzare prodotti locali di eccellenza. Il danno che subiamo è enorme, perché senza i nostri prodotti perdiamo acquirenti e mercati».