Una protesta dei frutticoltori veneti, in concomitanza con gli agricoltori emiliani e friulani, per manifestare il grave problema della cimice asiatica che sta mettendo in serio pericolo la frutticoltura del Veneto e del Paese. È quella che avverrà domani, 13 settembre, davanti alle prefetture di Verona e Padova, promossa da Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Agri Veneto.
A Verona, alle 9.30, il presidente di Confagricoltura Verona, Paolo Ferrarese, di Cia Verona, Andrea Lavagnoli e di Agri Veneto, Renzo Aldegheri, incontreranno il prefetto Donato Giovanni Cafagna. I rappresentanti del mondo agricolo chiederanno di ottenere il risarcimento dei danni causati dal parassita e di arrivare in tempi rapidi ad autorizzare l’utilizzo dell’insetto antagonista, cioè la vespa samurai. “Occorre affrontare l’emergenza stanziando risorse da parte del Governo e intervenendo sulla normativa europea che vieta gli aiuti di stato per le calamità non da quarantena”, spiegano i tre esponenti, “come nel caso della cimice asiatica. Poi va sbloccato, al ministero dell’Ambiente, il decreto che consente l’autorizzazione all’importazione, la sperimentazione ed il lancio del suo antagonista naturale”.
I frutticoltori sono stremati e sconfortati dalla situazione drammatica in cui versa il settore ortofrutticolo, perché oltre all’emergenza del parassita alieno le imprese devono subire i danni ulteriori causati da avversità come gli eventi grandinigeni e altre patologie sui prodotti ortofrutticoli d’eccellenza, nonché un mercato che riconosce prezzi insoddisfacenti di alcune produzioni come pesche, nettarine e drupacee. Ma il problema non riguarda solo i frutticoltori. Infatti a risentire pesantemente delle conseguenze della cimice asiatica sono, ormai, tutte le produzioni, dai seminativi, come mais e soia, alle orticole.