La peste suina africana non ha solo provocato l’abbattimento di milioni di capi in Asia ed Europa, dove ha colpito soprattutto Romania e Bulgaria, ma si sta traducendo anche in un notevole rialzo dei prezzi all’ingrosso (e, quindi, in un potenziale innalzamento dei prezzi al consumo) anche per gli italiani. Come mostra l’indice mensile elaborato da Unioncamere e BMTI, ad agosto si è sperimentata una forte ripresa dei prezzi all’ingrosso della carne di maiale, pari al +8,7% rispetto a luglio. I rialzi fanno seguito agli incrementi avvenuti nei principali mercati europei, prodotti proprio dal diffondersi dell’epidemia. E anche l’Italia rischia ora di “pagare” l’effetto di questa infezione molto grave per gli animali ma non trasmissibile all’uomo.
Oltre alla carne suina, dalla lettura dell’indice mensile elaborato da Unioncamere e BMTI, emerge un forte recupero ad agosto per i prezzi all’ingrosso della carne di coniglio, con un +12% rispetto a luglio, giunto dopo il pesante ribasso che si era rilevato a giugno e luglio. Listini orientati al rialzo anche per le uova, cresciuti del +4,2% rispetto al mese precedente. Nel confronto con lo scorso anno, oltre al +14,2% per le carni di coniglio, spicca il rialzo del +57,2% messo a segno dalla carne di agnello
Nel comparto degli oli e grassi non si fermano invece i ribassi per i prezzi dell’olio di oliva, scesi ad agosto del 2,3% rispetto a luglio. Con le operazioni di raccolta delle olive al via, le quotazioni continuano a risentire delle stime produttive indicanti un forte recupero rispetto al 2018. Il nuovo calo mensile – il sesto consecutivo – ha riportato i prezzi dell’olio di oliva sugli stessi livelli dello scorso anno (+2%). Confronto anno su anno che resta pesantemente negativo per il burro, con i prezzi attuali dimezzati rispetto a dodici mesi fa (-48,7%).
In attesa degli esiti della vendemmia 2019, stimata in forte calo come quantità rispetto al 2018, i listini all’ingrosso del vino sono rimasti stabili ad agosto. Rimane negativo, invece, il confronto con lo scorso anno, pari ad un -8,7%, con i ribassi più accentuati che continuano ad osservarsi per i vini generici.