«Da parte del Governo, e in particolare del ministro Di Maio, un primo piccolo passo avanti, ma serve di più. Da parte nostra ribadiamo l’intenzione di non accettare supinamente quella che per noi sarebbe una decisione devastante. Siamo pronti a manifestare davanti ai numerosi insediamenti militari americani in Italia di Montichiari, Ghedi, Longare e Vicenza, realtà che sono proprio nel cuore pulsante di casa nostra, la casa Grana Padano, per cercare di fronteggiare la decisione del WTO, l’organizzazione mondiale del commercio, che ha autorizzato gli Stati Uniti a porre dazi su prodotti dell’Unione Europea per compensare il danno subito da Boing per i finanziamenti europei ad Airbus».
Così il direttore generale del Consorzio Grana Padano, il prodotto Dop più consumato del mondo con circa 5 milioni di forme annue, interviene sul tema dei dazi e sulla possibilità che Trump agisca in quella direzione.
«Ancora una volta – prosegue Berni – è giusto sottolineare che i corposissimi incrementi di dazi annunciati dal presidente Trump genererebbero nei confronti del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano risultati molto pesanti. Primo fra tutti l’azzeramento o quasi del nostro export negli Stati Uniti, che oggi sfiora le 400.000 forme anno».
«Tutto ciò – aggiunge il direttore del Consorzio Grana Padano – che si tradurrebbe in un grandissimo regalo ai produttori di ‘fake’ statunitensi. In altre parole, verrebbe usato lo strumento dei dazi, autorizzato dal WTO, per un generoso regalo ai ‘copioni’ americani delle nostre pregiate DOP casearie».
«Se avverrà quanto minacciato – conclude il direttore Stefano Berni – chiameremo tutti i produttori di latte e formaggi italiani a manifestare davanti ai numerosi insediamenti militari statunitensi in Italia, che ospitiamo con grande piacere, a Montichiari, Ghedi, Longare e Vicenza, realtà che sono proprio nel cuore pulsante di casa nostra, la casa Grana Padano, perché se si è amici ci si comporta da amici e non si usa una vicenda aereonautica avulsa dall’Italia per danneggiare il Made in Italy di qualità e favorire le fake statunitensi».