Biometano ed economia circolare, sono sempre più le azioni specifiche per una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti: da una parte gli scarti che diventano ‘carburante’, dall’altra la chiusura del ciclo delle acque, con l’uso dei fanghi dei reflui della depurazione. Del resto il decreto sul biometano del 2018 punta alla sua promozione e sull’uso di “altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti”, con l’obiettivo di sostenere “la creazione di una filiera nazionale per la produzione”. A livello europeo l’Italia è oggi il secondo produttore di biogas dopo la Germania; per il biometano però i Paesi con il maggior numero di impianti di produzione sono Germania e Svezia, rispettivamente con circa 180 e 60 impianti, seguiti dal Regno Unito (37) e Svizzera (24). In Italia, per esempio, con l’utilizzo integrale della Forsu (Frazione organica del rifiuto solido urbano) da differenziata sarebbe possibile produrre circa 400 milioni Sm3 (Standard metro cubo) all’anno corrispondenti a quasi il 40% di gas naturale attualmente utilizzato nei trasporti. E ipotizzando alcuni scenari risulta che oltre il 50% delle province italiane possiede la materia prima necessaria ad alimentare almeno un impianto di produzione di biometano. Il biometano è un combustibile ottenuto dal biogas che, dopo alcuni trattamenti chimico-fisici, può esser immesso nella rete del gas naturale. I vantaggi ambientali sono nella riduzione delle emissioni di gas serra, oltre che nello sviluppo di zone agricole che possono contribuire fornendo materie prime come scarti, rifiuti animali e organici.
In Italia ci sono già esperienze virtuose legate allo sviluppo della filiera, con esempi a livello locale dove il biometano viene prodotto dalla gestione dell’umido raccolto sul territorio in modo differenziato, poi utilizzato dalla società di trasporti locale per alimentare i mezzi di trasporto pubblico urbano e di raccolta dei rifiuti. Ma anche applicazioni in fase di sviluppo, come la prima iniziativa del settore agricolo: il biometano, prodotto dai liquami provenienti dall’allevamento zootecnico aziendale, potrà esser utilizzato per alimentare le macchine agricole e i mezzi di movimentazione dei prodotti. Di biometano come energia per il futuro si è parlato nei giorni scorsi a Borgo Mantovano (Mn) dove la Revere Energia srl ha illustrato, in un incontro aperto alla cittadinanza, il progetto di un impianto attualmente in fase di costruzione e Revere. Un’area di impianto di 25mila mq, con 8mila mq di area dedicata a verde.
«Nei giorni scorsi milioni di studenti hanno manifestato in tutto il mondo al fianco di Greta Thunberg per l’abbandono delle fonti fossili e l’azzeramento delle emissioni a livello globale. Per il raggiungimento di tali obiettivi, il biometano costituisce una formidabile risorsa ed è necessario che i cittadini siano informati e partecipi di ciò che in concreto può essere compiuto a questo scopo passando così dalle parole ai fatti» – ha spiegato Marco Goldoni, Amministratore delegato di Revere Energia S.r.l.
«Il biometano è una fonte rinnovabile e programmabile – ha concluso Sabrina Piccaluga responsabile business development biometano di Snam – Può avere un ruolo chiave nella decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa, a partire dal settore dei trasporti. Il nostro obiettivo da operatore industriale è contribuire all’ulteriore sviluppo di una filiera italiana del gas rinnovabile».