«Serve un fondo europeo per azzerare l’effetto degli eventuali dazi americani sui prodotti agroalimentari. Mettere a rischio i nostri formaggi, il vino, l’olio, le eccellenze che rappresentano la cultura e l’identità dei nostri territori è inaccettabile. Ora è il momento della diplomazia, bisogna trovare un accordo con l’Amministrazione Trump, perché una guerra commerciale con l’Europa la pagherebbero solo cittadini e imprese. Ma credo sia arrivato il momento per l’Europa di anticipare i problemi, perché fino ad oggi siamo arrivati a intervenire con due o tre anni di ritardo. Quando magari le aziende avevano chiuso. Ecco perché ho scritto al Commissario Hogan per prevedere in ogni caso la creazione di un Fondo Azzeradazi e di valutare ogni azione necessaria anche sulle restituzioni all’esportazione. Siamo davanti a una fase nuova delle relazioni internazionali, non possiamo usare strumenti inadeguati. Servono risposte immediate, perché il rischio è altissimo». Questo l’annuncio del ministro Teresa Bellanova oggi da Milano, sui Dazi Usa, intervenendo alla Tavola rotonda di Confagricoltura sul ruolo dell’agricoltura nello sviluppo sostenibile.
Il premier Giuseppe Conte, ha invece dichiarato che «faremo di tutto per limitare danni, la guerra dei dazi ci sta mettendo a dura prova. E’ una prospettiva che rischia di far male a manifattura e agroalimentare. Faremo i tutto per limitare i danni».
«Questi dazi – ha detto Matteo Salvini – sono una risposta agli errori dell’Unione europea e segnatamente di Francia e Germania. Quindi non si capisce perché debbano pagare i produttori e i consumatori italiani per gli eventuali errori commessi a Parigi, Berlino e Bruxelles».
Intanto la Francia prevede di adottare misure di ritorsione. A dirlo è la portavoce del governo, Sibeth Ndiaye: «Per noi, come abbiamo sempre detto, davanti al WTO è meglio trovare soluzioni amichevoli invece di avviare conflitti commerciali. Nessuno ci guadagna» aggiungendo che secondo il governo francese, siamo ancora «a livello di una minaccia degli americani e non alla sua concretizzazione»