«I dazi generano sempre rappresaglie e fra pochi mesi il Wto si pronuncerà su dazi per 4 miliardi di dollari che l’Ue potrebbe imporre agli Usa, dopo che era stata sanzionata per Boeing. E allora si vedrà. La trattativa Usa-Ue è ancora all’inizio». Non usa mezze parole il presidente dell’unione nazionale contoterzisti agromeccanici – UNCAI Aproniano Tassinari per commentare il verdetto Wto che autorizza gli Stati Uniti ad applicare dazi per circa 7,5 miliardi di dollari sull’import Ue, 482 milioni dei quali provenienti dall’agrifood italiano (il 9% dell’import agroalimentare negli Usa di origine italiana, fonte Nomisma).
«Ciò che da italiani facciamo fatica ad accettare – spiega il presidente Uncai – è di finire vittima di una ritorsione la cui origine, datata 2004, la vede totalmente estranea, visto che non era fra i partecipanti al consorzio Airbus finito nel mirino, del quale invece facevano parte Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Difficilmente gli Stati Uniti applicheranno a un suo storico alleato una ‘sanzione medievale’ che colpisce chi vende e chi acquista, riducendo la quantità scambiata».
Da qui l’invito alle istituzioni a sostenere le filiere minacciate dai dazi, prima fra tutte quella lattiero-casearia: «Bene prevedere subito dei fondi compensativi e ‘azzeradazi’ e offrire alle aziende agricole sbocchi commerciali esteri alternativi agli States, perché il settore primario non può reagire da solo a un cambiamento repentino di paradigma che metterebbe in crisi la stessa espressione made in Italy. Anche gli agromeccanici – conclude Tassinari – verrebbero danneggiati dai dazi perché le aziende agricole protagoniste delle eccellenze agroalimentari italiane nel mondo sono caratterizzate da una forte predisposizione per l’innovazione tecnologica resa possibile proprio dagli investimenti dei contoterzisti»,