Confagricoltura Veneto vive con grande apprensione la questione dei dazi che gli Stati Uniti vogliono imporre all’importazione di prodotti agroalimentari italiani. Ad essere preoccupati sono soprattutto gli allevatori, che temono ricadute dai dazi che saranno applicati sui formaggi come Grana Padano, Parmigiano reggiano, Asiago, ai quali verrà applicata una tariffa aggiuntiva del 25%. Un settore importante per il Veneto, considerato che la produzione di latte nel 2018 si è attestata su 1,18 milioni di tonnellate su base annua.
«I dazi possono creare un grave danno ai nostri prodotti dop, che sul mercato americano sono molto ricercati – sottolinea Fabio Curto, presidente del settore lattiero caseario di Confagricoltura Veneto- e sul quale il nostro Paese ha investito moltissimo in termini di export. Oltre al danno diretto, quello che temiamo è un’immediata ricaduta sui prezzi del latte, che sta vivendo un buon periodo grazie al traino dell’export dei formaggi dop, in primis il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, i cui prezzi sono da qualche tempo al massimo. Se questi prodotti subiranno una frenata, rischiamo che si scenda bruscamente sotto la soglia dei 40 centesimi al litro pagati oggi per il latte. C’è il rischio, infatti, che vengano messe in atto azioni speculative che chi acquista il latte dai nostri allevamenti può porre per abbassare i prezzi alla produzione».
Il timore per le nostre produzioni si somma all’incognita che riguarda l’uscita della Gran Bretagna dalla Comunità europea e fa riaffiorare il ricordo delle perdite subite dal settore zootecnico per effetto del lungo embargo russo. Infine, la scelta americana è particolarmente fastidiosa in quanto sono raddoppiate le importazioni di soia dagli Usa ed è aumentato l’import di carni bovine senza ormoni concesso dall’Unione europea.
In Veneto la valorizzazione del latte avviene soprattutto con la trasformazione in formaggi a Dop e tradizionali. La produzione di Grana Padano dei caseifici veneti è prevista in calo di circa il 3,5% e non dovrebbe superare le 540.000 forme, mentre quella complessiva della Dop è prevista stazionaria a circa 5 milioni di forme. Il mercato al consumo interno risulta ancora stagnante, se non in calo. Infatti, la spesa delle famiglie per prodotti lattiero-caseari si riduce di quasi l’1%: formaggi freschi e duri, yoghurt e latte perdono tra l’1,5% e il 2,5% su base annua, mentre a sostenere il settore rimangono le esportazioni di formaggi semiduri (+7,5%). (dati Veneto Agricoltura).