Crollo della produzione fino all’80 per cento e perdite stimate intorno ai 10 milioni di euro. Per il territorio veronese la raccolta 2019 si chiude con un bilancio fortemente negativo a causa di un meteo avverso, che ha colpito le piante nel pieno della fioritura. Dopo un 2018 eccellente, coronato da un’abbondante produzione (220.000 quintali di olive in Veneto), quest’anno tanti olivicoltori non metteranno neppure le reti a terra per la raccolta, perché il prodotto è davvero pochissimo.
“Ha fatto freddo quando doveva essere caldo e caldo quando doveva essere freddo – sottolinea Alessandra Di Canossa, vicepresidente del settore olivicoltori di Confagricoltura Verona -. Il mese di maggio molto piovoso e freddo ha interferito pesantemente nella fioritura, in quanto il fiore dell’olivo è molto delicato e ha bisogno di un buon clima per svilupparsi. Da giugno è seguito un rialzo termico importante, che ha ulteriormente aggravato la situazione. A tutto questo si è aggiunta la mosca olearia e infine anche la cimice asiatica”.
Non si salva neanche la zona del Garda, nonostante il clima sia solitamente più mite: “Abbiamo fatto pochi giorni fa una riunione con il Consorzio Garda dop, che racchiude gli olivicoltori di Verona, Brescia e Trento. Si salverà il 20 per cento del prodotto e, di questo, non sapremo quanto si riuscirà a certificare dop. E siccome i costi della raccolta sono onerosi, molti probabilmente lasceranno le poche olive sulle piante”.