“Bisogna puntare sulla diplomazia e sfruttare i margini di manovra esistenti, lavorando per ridurre l’impatto dei dazi imposti dagli USA per un valore di 7,5 miliardi di dollari di export UE, fra cui figurano numerose produzioni di eccellenza dell’agroalimentare nazionale, quali i salumi e i formaggi; tali dazi, infatti, sono passibili di periodiche revisioni, durante le quali si possono modificare le percentuali di riferimento del valore, i prodotti ai quali le tariffe aggiuntive vengono applicate e anche gli Stati membri ai quali si fa riferimento”. Lo ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, intervenendo in audizione in Commissione agricoltura della Camera dei deputati nell’ambito della discussione congiunta di risoluzioni che recano iniziative a tutela del comparto agroalimentare a fronte dell’aumento dei dazi doganali deliberato dalle autorità statunitensi.
“Il valore dell’export agroalimentare italiano toccato dai dazi addizionali imposti dagli USA è pari a circa 470 milioni di dollari, con un maggiore impatto daziario di quasi 120 milioni di dollari, per oltre l’80% concentrato su formaggi, liquori e cordiali”, ha evidenziato il Coordinamento, esprimendo forte preoccupazione per l’impatto dell’aliquota addizionale ad valorem.
“I formaggi, in particolare, sono destinatari di quasi la metà degli aumenti di aliquota, che rischiano di avere ripercussioni molto significative su tutta la filiera lattiero-casearia, anche e soprattutto in relazione ai forti legami che queste produzioni hanno con il sistema degli allevamenti. Non di meno sono rilevanti i possibili impatti negativi anche a carico del comparto dei salumi e della frutta”, ha osservato Agrinsieme.
“In ragione di ciò, oltre al lavoro diplomatico, è necessario: sostenere la politica degli accordi di libero scambio della UE con i Paesi terzi, così da consolidare e aumentare le possibilità di export; ampliare e mirare le azioni di promozione e di informazione attuate dall’ICE sul mercato statunitense e su altri mercati, come indicato anche dal Ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova; sollecitare l’UE affinché svolga un’attenta azione di controllo sulle triangolazioni commerciali che potrebbero essere messe in atto da Stati membri colpiti dai dazi con altri non colpiti; prevedere l’apertura dell’ammasso privato per tutti i settori produttivi eventualmente toccati da effetti negativi, insistendo sulla disponibilità manifestata in tal senso dalla Commissione UE; istituire un fondo europeo ‘azzeradazi’ come richiesto dal Governo italiano; chiedere all’UE di rafforzare la misura di promozione dei prodotti agroalimentari, e in particolare dei formaggi, negli USA prevista dal Reg. 1144/2014 e accelerare le tempistiche procedurali della stessa, così da renderla più efficace”, ha concluso il Coordinamento.
Impatto dei dazi addizionali Usa sui prodotti agroalimentari italiani
(elaborazioni su dati ICE) |
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Valore export | Dazi aggiuntivi | % | |
milioni di USD | milioni di USD | ||
Formaggi | 228,4 | 57,1 | 48,8% |
Liquori e cordiali | 162,9 | 40,7 | 34,8% |
Carni lavorate | 54,7 | 13,7 | 11,7% |
Conserve e succhi di frutta | 16,1 | 4,0 | 3,4% |
Frutta | 6,0 | 1,5 | 1,3% |
Altre voci | 0,3 | 0,1 | 0,1% |
Totale | 468,5 | 117,1 | 100% |