Roberto Nocentini, toscano, è stato confermato alla presidenza dell’Associazione Italiana Allevatori per il prossimo triennio. Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura e alla zootecnia, in programma a Verona dal 29 gennaio all’1 febbraio 2020, lo ha intervistato.
Presidente Nocentini, quali saranno le linee guida del suo mandato?
«Linee guida fondanti resteranno quelle legate alle attività istituzionali, con il loro consolidamento e significative innovazioni, oltre allo sviluppo di nuovi servizi. Aia ed il Sistema Allevatori hanno lavorato e stanno lavorando soprattutto per migliorare competitività e sostenibilità del sistema zootecnico nazionale, accompagnando gli allevatori verso la Zootecnia 4.0».
In che modo?
«I temi principali riguardano, in grande sintesi, la formazione continua per gli operatori ed i tecnici di campagna, la sensibilizzazione sul benessere animale e l’uso razionale dei farmaci in allevamento, il contenimento delle emissioni in zootecnia, lo sviluppo dell’economia circolare con la riduzione degli sprechi ed il miglior utilizzo e riciclo delle fonti idriche ed energetiche, il sostegno ai redditi degli allevatori, le azioni a favore della tracciabilità delle produzioni, lo sviluppo dei progetti di collaborazione con Paesi esteri per la formazione in loco e la trasmissione delle nostre conoscenze su genetica animale, genomica e gestione aziendale verso sistemi zootecnici in via di forte crescita».
Come procede il percorso di regionalizzazione dell’Associazione allevatori?
«La regionalizzazione è ormai completata. È stato un processo lungo e impegnativo, affrontato con senso di responsabilità e rispettando le specificità dei singoli territori. Sono state necessarie fusioni, accorpamenti ed incorporazioni di alcuni territori e servizi, ed in determinate aree si è anche pervenuti a forme di aggregazione per macro-aree, come in Piemonte, Liguria, Campania e Molise. Tutti i processi stanno portando a una razionalizzazione dei servizi e ad un contenimento dei costi, senza penalizzare la qualità dell’offerta alle aziende e l’efficacia dei controlli sul territorio».
Come vede il futuro della zootecnia nei prossimi 10 anni in Italia?
«Difficile fare previsioni a lungo termine, ma per l’Italia si dovrà proseguire nel solco di una zootecnia sostenibile, rispettosa del benessere degli animali, rispondente alle richieste dei consumatori e delle istituzioni sul versante della qualità e tracciabilità delle produzioni di origine agro-zootecnica».
Che ruolo e che peso avranno, in particolare, le produzioni Dop di origine animale?
«Siamo convinti che a fianco al consolidamento delle azioni a sostegno dei prodotti Dop e Igp va valorizzato tutto il mondo che ruota attorno alle produzioni che non ricadono sotto l’ombrello di un marchio di certificazione europea, ma che per qualità e requisiti rappresentano comunque dei ‘tesori’ con cui la nostra zootecnia si identifica fortemente».
Come si svilupperà il progetto Leo per la digitalizzazione dei dati degli allevamenti?
«Il progetto PSRN Leo, che vede Aia come capofila, è già in una avanzata fase di realizzazione, avendo messo in campo una prima serie di azioni che mirano a raccogliere dati sul clima, di gestione aziendale e di precision farming, a produrre analisi di laboratorio per il benessere degli animali allevati e creare un ‘database’ della biodiversità. Le azioni successive riguardano la validazione di questi dati e il trasferimento di conoscenze».
Che cosa si aspetta da Fieragricola 2020 e quale sarà il contributo di Aia?
«Fieragricola, con la sua dimensione di livello mondiale, è una vetrina fondamentale. Nel 2020 porteremo il meglio dell’allevamento made in Italy, poiché Verona è un palcoscenico di livello qualitativo assoluto e un’occasione irripetibile per gli allevatori per misurarsi con le sfide del futuro».