300mila euro di ricavi non dichiarati ed oltre 60 braccianti paganti in nero. A scoprire la maxitruffa la Guardia di Finanza di Siena nell’ambito dell’attività di mappatura dei fenomeni evasivi che ha portato all’individuazione di una società, in attività tra la Val d’Orcia e la Valdichiana e il coinvolgimento di due soggetti economici riconducibili alla stessa compagine sociale.
Il sistema evasivo si articolava in parte mediante l’emissione e la non registrazione di fatture – riporta la nota dell GdF di Siena – , in parte mediante riscossioni totalmente in nero di prestazioni lavorative realizzate dalla società. In sostanza, nel corso della verifica alla “società madre” i finanzieri hanno trovato una contabilità in nero parallela a quella ordinaria che coinvolgeva anche la “società figlia”, prontamente attenzionata dalle Fiamme Gialle. In particolare, all’interno dei sistemi informatici aziendali sono stati individuati diversi files excel dei lavori eseguiti, molti dei quali risultati non fatturati. Parte dello stratagemma adottato consisteva nel riutilizzare più volte la stessa numerazione su più fatture emesse con l’inserimento nella contabilità ufficiale di quella con l’importo meno elevato. L’azione investigativa svolta, attuata secondo un approccio trasversale e multidisciplinare ai fenomeni illeciti, ha consentito anche di disvelare come i dipendenti, oltre 60 braccianti agricoli tutti formalmente assunti in modo regolare, fossero in realtà retribuiti in larga parte con emolumenti fuori busta ovvero “in nero”, consentendo così alle società ulteriore indebito risparmio d’imposta. In merito sono in corso approfondimenti delle posizioni fiscali irregolari volti ad individuarne la provenienza ed il reimpiego.
La qualità dei controlli e l’accurata selezione a monte sono gli strumenti adottati dalla Guardia di Finanza per limitare l’impatto ispettivo sulle attività economiche migliorandone, al contempo, l’efficacia ed aumentando il recupero di imposte evase. L’evasione, infatti, produce effetti negativi per l’economia, ostacola la normale concorrenza fra le imprese alterando le regole del mercato danneggiando, in maniera particolare, i cittadini e gli imprenditori onesti.