Un Appennino biologico. Il convegno di AppenBio, è in programma il 25 novembre alle ore 9, a Bologna, Sala 20 maggio 2012 della Regione Emilia Romagna – Terza Torre (viale Fiera 8).
L’incontro sarà l’occasione per presentare i primi risultati del progetto, nato con l’obiettivo di restituire valore e competitività ai territori dell’Appennino attraverso la creazione di un nuovo paradigma di cibo biologico che mette al centro la salute e di un modello imprenditoriale sostenibile e riproducibile.
Interverranno: Erika Marrone, Alce Nero SpA; Giovanni Dinelli, Università degli Studi di Bologna; Luca Berti, La Cartiera dei Benandanti; Francesco Galli, Università degli Studi di Perugia; Franco Berrino, La Grande Via; Marco Storchi, Ospedale Sant’Orsola; Tiberio Rabboni, G.A.L Appennino Bolognese; Assessore Simona Caselli, Regione Emilia Romagna.
AppenBio è un progetto innovativo, con Alce Nero capofila, che ha l’obiettivo di restituire valore e competitività ai territori dell’Appennino, tutelando le caratteristiche proprie del paesaggio appenninico e aumentando la redditività delle aziende rurali del territorio, non tanto per la loro potenziale produttività quantitativa, quanto per quella di tipo salutistico, attraverso la realizzazione di uno specifico “cibo della salute”. Con il sostegno della ricerca, AppenBio sperimenta la coltivazione di cereali, selezionati per varietà, cultivar e semi liberi e l’applicazione di tecniche produttive e di allevamento innovative e sostenibili. Dall’Appennino e dalla montagna può nascere un nuovo paradigma di cibo biologico che mette al centro la salute e un nuovo modello imprenditoriale di agricoltura e di allevamento equilibrato e riproducibile.
Peculiarità del progetto è la cooperazione per obiettivi comuni di diversi soggetti, ognuno operante in un differente ambito: insieme ad Alce Nero, che ha compito di direzione e coordinamento, convocazione e gestione dei comitati Tecnico Gestionale e Scientifico, partecipano il Dipartimento di Scienze Agrarie (DipSA) dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, coordinatore scientifico; il Policlinico Sant’Orsola, che svolge un ruolo attivo in tutte le fasi di realizzazione del piano di innovazione; il GAL BolognaAppennino, che fa in modo che AppenBio sia il più possibile un progetto partecipato a livello territoriale sviluppando azioni di divulgazione; la Grande Via di Franco Berrino, che contribuisce nella ricerca di un’alimentazione salutare, idonea alla cura e prevenzione delle malattie; l’Università degli Studi di Perugia, con un ruolo di ricerca e sperimentazione; Artemis, che si occupa degli aspetti tecnico-amministrativi; la Cartiera dei Beneandanti S.S. Società agricola, l’Azienda agricola Morara Andrea e l’Azienda Agricola San Giuliano di Frattini Federica, che mettono a disposizione terreni, strutture e operatività, oltre a competenze e conoscenze, per accogliere le attività di sperimentazione di AppenBio.
Il progetto AppenBio ha una durata di circa 3 anni (2016-2019) ed è sostenuto per il 70% dalla Regione Emilia-Romagna attraverso il fondo PSR 2014-2020 – Misura 16. In quest’arco di tempo, che costituisce la fase d’incubazione di un modello imprenditoriale diretto a far nascere un distretto del biologico, le aziende selezionate hanno la possibilità di coltivare miscugli innovativi di cereali tradizionali e testare nuove tecniche d’allevamento e di alimentazione bovina. Lo scopo è ottenere un prodotto biologico pensato per il benessere delle persone e ridare vitalità ai territori dell’Appennino attraverso la produzione di un cibo ad alto valore aggiunto per la salute.