Con le operazioni di trebbiatura del raccolto ancora in corso, la campagna commerciale 2019/2020 del riso si è aperta ad ottobre con prezzi più alti rispetto allo scorso anno. Il segno “più” si è registrato di fatto per tutti i gruppi varietali, con l’eccezione delle varietà Indica e, tra le varietà classiche da risotto, per l’Arborio. E’ spiccata in particolare la crescita del Selenio, che rispetto ai livelli registrati in apertura della scorsa campagna ha mostrato un aumento del 20% circa.
Peraltro, accanto al confronto positivo con la scorsa campagna, durante il mese di ottobre si sono osservati dei rialzi settimanali che hanno praticamente coinvolto tutte le varietà. Tali aumenti sono stati particolarmente accentuati per i risoni Arborio, Carnaroli, Roma e Balilla. E’ quanto emerge dall’analisi sul mercato risicolo in Italia realizzata dalla Camera di Commercio di Pavia in collaborazione con BMTI.
Nello specifico, i prezzi dell’Arborio hanno raggiunto a fine ottobre un valore medio di 367,50 €/t sulla piazza di Pavia, con un incremento dell’11,4% rispetto alla quotazione d’esordio campagna, mentre il Carnaroli è salito sui 430 €/t (+10,3%), il Roma sui 357,50 €/t (+10,9%) e il Balilla sui 367,50 €/t (+14,8%).
Sul fronte del commercio con l’estero, intanto, si confermano in forte aumento le importazioni italiane di riso nel 2019. Nei primi sette mesi dell’anno nel nostro paese sono giunte quasi 160mila tonnellate di prodotti risicoli (pari alla somma di riso greggio, riso semigreggio, riso lavorato e rotture di riso), in crescita del 57,7% su base annua. Un aumento trainato dal balzo registrato dall’import di riso greggio e riso semigreggio, cresciuto su base annua rispettivamente del +138,9% e del +95,3%. Un andamento positivo che si è osservato, seppur in misura lieve, anche per il riso lavorato (+5,9%) e le rotture di riso (+5%). Per contro, segnali di rallentamento continuano a giungere dalle esportazioni. Le quantità esportate di riso italiano si sono ridotte nei primi sette mesi del 2019 del 6,1% rispetto all’analogo periodo del 2018. L’effetto congiunto del calo dell’export e della crescita dell’import ha impresso un peggioramento al saldo attivo della bilancia commerciale, sceso da 242,2 a 233,2 milioni di euro.