Rispetto alla proposta di regolamento per la proroga di un anno della riforma della PAC, Confagricoltura auspica che non ci siano nuovi tagli ai fondi destinati all’agricoltura italiana.
Il rinvio annunciato nei giorni scorsi dalla Commissione Ue fa infatti riferimento al progetto riguardante il quadro finanziario dell’Unione per il periodo 2021-2027 che è in discussione dal mese di maggio 2018. Il progetto prevede una riduzione complessiva del bilancio agricolo in misura del 12% a prezzi correnti.
E’ quanto indica Confagricoltura a conclusione dell’odierna riunione del Comitato direttivo, durante la quale, tra l’altro, è stato presentato lo stato dell’arte relativo al negoziato sulla riforma della PAC. Resta il fatto – sottolinea Confagricoltura – che la Commissione Ue ha proposto di lasciare invariati per un anno la normativa in vigore e gli impegni degli agricoltori, ma a fronte di un bilancio in diminuzione. Una vera e propria contraddizione che va superata.
Confagricoltura ricorda anche che la decisione sul nuovo quadro finanziario spetta al Consiglio europeo e una discussione approfondita sul dossier è in programma nella sessione di metà dicembre. Rileva inoltre che, in occasione della riunione di ottobre del Consiglio Agricoltura della UE, è stata presentata una dichiarazione sostenuta da 17 Stati membri per sollecitare l’invarianza a valori correnti del bilancio agricolo nei prossimi anni e che l’Italia non ha sostenuto l’iniziativa.
Anche il Parlamento europeo nella passata legislatura ha sollecitato l’invarianza in termini reali delle spese da destinare al settore agricolo.
“La partita è ancora aperta – dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Abbiamo già avviato da diversi mesi una serie di iniziative per contrastare i tagli inaccettabili proposti dalla Commissione non solo nel 2021, ma fino al 2027. Per l’agricoltura italiana ammonterebbero, nel complesso, a 2,7 miliardi di euro, a cui aggiungere le penalizzazioni previste, nel quadro della riforma della PAC, sui trasferimenti alle imprese di maggiore dimensione e per effetto della progressiva armonizzazione dell’importo degli aiuti diretti tra gli Stati membri, nonostante i divari esistenti nei costi di produzione”.
Giansanti ha anche affrontato la questione relativa alla cosiddetta “convergenza esterna” degli aiuti diretti della PAC. In sostanza, la progressiva armonizzazione dell’importo dei pagamenti nei diversi Stati membri.
Secondo il presidente di Confagricoltura “quella avanzata dalla Commissione è una proposta assolutamente infondata sotto il profilo economico, perché non tiene conto dei divari esistenti nei costi di produzione e negli standard di potere d’acquisto. Inoltre, non tiene nella giusta considerazione i fondamentali dell’agricoltura italiana in termini di occupati, numero di aziende, superficie agricola e produttività”.