“Gli allevamenti che trasgrediscono le regole- pochi – fanno notizia, quelli che rispettano le normative passano inosservati: non è così che si rende un buon servizio all’agricoltura italiana ed emiliano romagnola che è, quest’ultima, tra le più virtuose e che rischia di essere oggetto di discredito per pochi disonesti”.
Con disappunto il presidente di Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna, Cristiano Fini, commenta l’ennesimo servizio andato in onda su una emittente nazionale che, pur distinguendo ‘i buoni dai cattivi’, non ha evidenziato la salubrità e sostenibilità ambientale dei nostri allevamenti.
“C’è chi passa il semaforo con il rosso e viene sanzionato, ma ciò non significa che tutti gli automobilisti siano pirati della strada – chiosa Fini – e lo stesso vale per gli agricoltori. Se una esigua minoranza non sta alle regole è giusto che venga punito, ma non si può criminalizzare una categoria, peraltro insinuando nel consumatore l’idea che carne e vegetali non sono sani, bensì responsabili dell’inquinamento”.
In realtà a giudizio della Cia le aziende italiane hanno fatto un grande lavoro in termini di sostenibilità del settore zootecnico, a partire da quelle che hanno bandito gli antibiotici. “Le imprese biologiche sono in aumento e osservare pratiche che favoriscono il benessere animale è ormai una realtà – sottolinea Fini – . Il consumatore è infatti tutelato da una fitta rete di controlli che garantisce carni e latticini di assoluta qualità e salubrità.
L’Italia è l’unico Paese con un servizio di veterinari pubblici del Ministero della sanità. L’utilizzo di antibiotici avviene in casi di necessità, come per gli esseri umani, del resto. I medicinali generano un costo all’azienda e un rischio per la salute dell’imprenditore agricolo: è quindi inesatto affermare che gli antibiotici vengono utilizzati con facilità, così come alcuni ospiti hanno affermato nel servizio di ‘Piazza Pulita’, il format televisivo andato in onda il 14 novembre su La7. Le imprese seguono scrupolosamente le regole del benessere animale – prosegue Fini – ed il risultato è che abbiamo allevamenti sostenibili, controllati e certificati. Se qualcuno, come evidenziato dal servizio televisivo, non sta alle regole è giusto che venga punito, ma finiamola con la caccia alle streghe e le incursioni illegali all’interno degli allevamenti: non fanno altro che creare campagne diffamatorie contro un settore sano ed importante del nostro Paese”.
D’altra parte, prosegue la nota della Cia, gli allevamenti italiani da anni investono con contributi europei e regionali per la sostenibilità, il rispetto e l’applicazione delle norme sul benessere animale. In più, l’incremento esponenziale delle superfici e degli allevamenti bio in Italia è una ulteriore dimostrazione della sensibilità degli agricoltori alla sostenibilità dell’agricoltura italiana, “contrastando la malafede di chi vuole dipingere il nostro settore tra i più inquinanti.
L’utilizzo della sostanza organica ricavata dalle deiezioni animali – conclude Fini – è scrupolosamente regolamentata al fine di essere utilizzata come arricchimento per i nostri terreni, che ne hanno bisogno, e per fissare l’anidride carbonica dell’atmosfera. Dove non viene usata, abbiamo problemi di desertificazione. È per questo motivo che non deve essere rappresentata come un problema, bensì ne va evidenziata l’utilità”.