“Sostituire il gasolio agricolo con quello convenzionale non crediamo, francamente, possa portare alcun beneficio all’ambiente, dal momento che si sostituisce un carburante agevolato sul piano fiscale con la stessa tipologia, con la sola differenza che non può contare su particolari favori fiscali. Il clima o le emissioni, in questo caso, non centrano”.
Così ripete la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, qualora il Decreto Clima introducesse restrizioni all’uso di gasolio agricolo, con effetti devastanti per le casse del mondo agricolo, e del tutto inutili per l’ambiente, dato che i trattori consumano appena il 2% del gasolio.
“Oggi le imprese agromeccaniche assistono gli agricoltori nelle operazioni colturali su un’estensione di circa 8 milioni di ettari su scala nazionale – calcola Cai -. Un aumento dei costi fino a 150 euro per ettaro significherebbe esporre gli agricoltori a maggiori costi, fino a 1,2 miliardi di euro. E questo senza ottenere in cambio alcuna contropartita in chiave di benefici climatici o riduzioni di emissioni inquinanti”.
“Qualora si puntasse a migliorare l’impatto ambientale dell’agricoltura e del contoterzismo – prosegue Cai – sarebbe più utile prevedere formule di detrazione e di agevolazione fiscale per le imprese agromeccaniche e agricole non solo in caso di acquisto macchine e mezzi moderni, ma anche se l’utilizzo è vincolato all’adozione di pratiche ambientalmente ed economicamente vantaggiose per il sistema”.