“Sulla plastic tax siamo pronti a scendere in piazza, è una misura contro i lavoratori e va modificata. Ci appelliamo a Governo e Parlamento affinché tramite il lavoro sugli emendamenti si concentri l’imposta, ad esempio, sulle plastiche che non sono idonee a subire più rigenerazioni per essere riutilizzate. Perché al momento, di fatto, si tratta di una misura che tartassa le famiglie, il lavoro e le imprese, tassando quella plastica che viene raccolta, riciclata e riutilizzata in molti settori industriali fornendo il maggior gettito ai Comuni e al sistema della raccolta”. Lo scrive sulla pagina facebook della Fai Cisl il segretario generale Onofrio Rota, in riferimento alla discussione della manovra finanziaria.
“Con la plastic tax – afferma il sindacalista – si rischia di dare un duro colpo a diversi settori, compresa l’industria alimentare, nonostante le molte realtà produttive italiane che da tempo stanno facendo innovazione e ricerca ottenendo risultati virtuosi quanto a impatto ambientale ed economia circolare. In epoca di atteggiamenti antiscientifici, è difficile far passare il messaggio che il problema non è la plastica in sé, ma l’uso che ne facciamo e il modo in cui viene smaltita. La politica non dovrebbe accodarsi all’oscurantismo, dovrebbe elaborare soluzioni ascoltando il mondo del lavoro e chi opera ogni giorno sul campo”.
Il sindacato torna a chiedere di confrontarsi con imprese e parti sociali per pianificare una vera transizione green dell’economia italiana: “Occorre definire un percorso industriale e legislativo su riciclaggio e recupero dei rifiuti per raggiungere gli obiettivi della Strategia Plastica promossa dalla Commissione Europea, che non a caso fa leva su obiettivi di raccolta e selezione dei rifiuti, sul riciclaggio di oltre la metà dei rifiuti in plastica generati in Europa, e sul principio ‘chi inquina paga’: qui invece siamo al paradosso, viene seguito il principio ‘chi lavora paga’. Siamo dunque pronti a manifestare – conclude il leader della federazione agroalimentare ambientale della Cisl – coinvolgendo se favorevoli anche Flai Cgil e Uila Uil, per presidiare Montecitorio e scongiurare l’approvazione di questa misura nel Ddl Bilancio 2020”.
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