“Le nostre colture nel Padovano sono sempre più spesso sottoposte all’attacco da parte di parassiti e dei cambiamenti climatici. La ricerca può darci una mano: tra qualche anno avremo viti resistenti e cereali che si concimano da soli”. Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova, spiega così l’interesse per le biotecnologie applicate all’agricoltura, che saranno oggetto di un convegno lunedì 9 dicembre a Padova, intitolato “New Plant breeding technique – Le nuove tecniche di miglioramento genetico delle piante per un’agricoltura sostenibile e competitiva”, promosso da Confagricoltura Padova, che si svolgerà alle 10 al Centro conferenze alla Stanga.
La giornata verrà aperta da Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova; Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto e Giuseppe Pan, assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca della Regione Veneto. Seguiranno gli interventi di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura; dell’europarlamentare Herbert Dorfmann; di Gianni Barcaccia, docente di genetica agraria e genomica applicata Dafnae dell’Università di Padova; Riccardo Velasco, direttore del Centro di viticoltura ed enologia Crea; Deborah Piovan, portavoce del progetto “Cibo per la mente”; Giuseppe Carli, presidente di Assosementi; Mario Enrico Pè, presidente della Società italiana genetica agraria; Lavinia Scudiero, del comitato Grow Scientific Progress: crops matter!. Moderatrice dei lavori: Anna Meldolesi, giornalista e divulgatrice scientifica.
“La selezione delle piante coltivate è da sempre alla base dell’attività agricola – sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto – e anche oggi stanno emergendo tecniche di miglioramento che, adeguatamente regolamentate, potrebbero essere di grande aiuto per affrontare le emergenze ambientali causate dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento. Alcune nazioni ne hanno compreso le potenzialità, mentre l’Europa e l’Italia sono bloccate da una prudenza più ideologica che scientifica. Questa paralisi però non è più possibile, perché l’obiettivo di un’agricoltura produttiva, di qualità e a basso impatto ambientale si può perseguire solo con mezzi adeguati, il primo dei quali è rappresentato dalla qualità dei semi che si impiegano”.
“I progressi compiuti dalla ricerca in campo genetico hanno portato allo sviluppo di nuove biotecnologie per il miglioramento delle specie agroalimentari – spiega Michele Barbetta presidente di Confagricoltura Padova -. Si tratta quindi di biotecnologie sostenibili, con grandi potenzialità che possono essere un’ottimale risposta alle sfide che attendono l’agricoltura nei prossimi anni. Se si darà spazio alla ricerca si potrà giungere a viti e frutteti resistenti alle più comuni malattie fungine, che perciò non necessitano di trattamenti fitosanitari. Così pure sarà possibile ottenere cereali che fissano l’azoto atmosferico come sanno fare le leguminose, con un conseguente risparmio di concimi chimici e un vantaggio indiscutibile per l’ambiente”.
L’agricoltura padovana spera di trovare nella ricerca il supporto necessario a risollevare una situazione che, anche nel 2019, si è confermata altamente critica. In maggio il maltempo ha flagellato le colture, aumentando il rischio di malattie e causando la caduta dei frutti. Inoltre la cimice asiatica e altri insetti hanno colpito non solo la frutticoltura, in primis pere, mele e kiwi, ma anche il mais del Basso Padovano, dove le perdite sono state oltre il 50% della produzione.