Piano faunistico venatorio Toscana. Approvata la delibera che avvia il processo di redazione

È una delibera portata in giunta dall’assessore Marco Remaschi a determinare – per la prima volta, prima veniva fatto dalle Province – la realizzazione da parte della Regione Toscana della pianificazione faunistico venatoria valida per tutto il territorio.

“Il Piano faunistico venatorio regionale (PFVR) è il documento base da cui deriverà tutta la futura programmazione delle attività in ambito di gestione faunistica del territorio toscano”, ha detto l’assessore. “Abbiamo cercato di introdurre contenuti innovativi partendo da una attenta analisi dei dati e da una ampia concertazione con le organizzazioni professionali agricole, le associazioni venatorie e di protezione ambientale. L’avvio del Piano rappresenta il primo risultato a seguito degli impegni assunti durante la Conferenza regionale sula caccia del giugno scorso, momento in cui il governo regionale si è confrontato ed ha ascoltato le rappresentanze del mondo venatorio, agricolo e ambientale”.

Nel merito il Piano faunistico venatorio della Toscana avrà un impianto che punta sulla sostenibilità ambientale, il rispetto della biodiversità, la protezione e gestione della fauna e le specificità del territorio. In particolare l’assessore Remaschi ha ricordato come proprio la sostenibilità sia uno dei temi principali del Piano. “Tutto il sistema agrosilvopastorale dovrà essere sostenibile dal punto di vista ambientale e gestionale. Non solo per le specie oggetto di prelievo venatorio ma, in generale, del territorio e dei suoi ecosistemi al fine di garantire il massimo della biodiversità. Nel nostro lavoro terremo conto delle trasformazioni che il territorio sta subendo sia dal punto di vista ambientale che di utilizzo del suolo e dovremo tenere conto del continuo calo del numero dei cacciatori rispetto ai modelli di gestione da attuare.”

L’assessore si è anche soffermato sulla protezione e sulla gestione del territorio e della fauna “per la salvaguardia di numerosi habitat da alcuni anni è evidente come debbano essere introdotte misure attive di gestione (ad esempio sugli ungulati) perché non è più sufficiente la messa in campo di meri elementi passivi. I contenuti del Piano saranno inoltre condivisi con il territorio perché la condivisione è importante per ogni atto pianificatorio, ma lo è ancora di piu in un ambito come quello della gestione faunistica che tocca molteplici ambiti e sensibilità diverse tra loro. Il Piano dovrà garantire – ha concluso Remaschi – una visione generale ed una coerenza sul livello regionale tra le diverse azioni previste, necessarie alla miglior gestione, senza però trascurare la valorizzazione dele molteplici differenze dei diversi territori”.

 

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