Continuo a lavorare per valorizzare il Made in Italy, era la mission da ministro lo è da senatore. Centinaio ad agricultura.it: avevo in mente una grande riforma agraria

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E’ stato il ministro delle politiche agricole (turismo compreso) fino all’uscita di Salvini dal governo Conte 1, ma Gian Marco Centinaio ha continuato ad occuparsi di agricoltura e di produzioni made in Italy con grande passione anche dopo aver lasciato il suo ufficio di via XX Settembre. Protagonista in questi dodici mesi del 2019 sulle ‘colonne’ di agricultura.it, lo abbiamo incontrato per fare un bilancio sull’anno che sta per chiudersi, su quello che è stato fatto e quello che poteva essere fatto, sull’attuale governo e sulle prossime vicende personali e politiche.

Un brindisi con un calice di ottimo Barbaresco per Gian Marco Centinaio

Senatore Centinaio, quando un anno si chiude è tempo di bilanci, anche personali. A fine estate si è interrotta bruscamente la sua esperienza da ministro delle politiche agricole, se lo sarebbe aspettato? Cosa è successo?

Sinceramente si. Ormai era nell’aria ed era diventato molto difficile lavorare con un Presidente del Consiglio troppo schierato verso l’alleato di Governo e con un M5S che era diventato il signor NO o il “re tentenna”. Anche le associazioni di categoria dell’agricoltura e del turismo mi continuavano a lanciare segnali di insofferenza verso un Governo che non stava risolvendo i grandi problemi del Paese.

Fra i vari impegni e priorità che stava portando avanti, qual è il rammarico più grande, il lavoro che non ha portato a termine che più le stava a cuore?

Per quanto riguarda l’agricoltura la grande riforma agraria che avevo in testa e che sarebbe dovuta partire il 7 settembre con la prima riunione con le Associazioni di categoria. Per quanto riguarda il turismo far capire alla politica che quella riforma (agricoltura e turismo) è il futuro.

E’ comunque proseguito il suo impegno sui temi legati all’agricoltura italiana: quali sono a suo avviso le priorità ed i problemi più urgenti del settore?

Il Ministero non deve essere solo quello che rincorre le emergenze. Bisogna avere visione futura come ha fatto la Spagna. Solo così si diventa competitivi. Inoltre è impensabile il dualismo tra agricoltura e industria di trasformazione. Solo lavorando insieme si ottengono i risultati.

Nel suo anno di ministro ha avuto modo di conoscere l’agricoltura e gli agricoltori italiani: che idea si è fatto del settore? Quante sono le potenzialità inespresse?

Qualità qualità qualità. E diversità di prodotto. L’agricoltura italiana è diversa dalle altre ma deve lavorare non sulla quantità bensì sull’alto livello qualitativo di quello che produciamo. Andare in competizione con prodotti di stati emergenti si è perdenti perché i nostri costano di più. Ma sono di qualità superiore e questo è il nostro punto di partenza.

Attuale Governo: come sta trattando l’agricoltura? Perché la sta trattando?

Il Ministero mi sembra più la sede di Italia viva che delle politiche agricole italiane.

Sugar Tax (plastix tax e non solo): intanto la Coca Cola ha annunciato una stretta sugli investimenti ed assunzioni. Nel settore delle bevande zuccherate sono previsti migliaia di licenziamenti. Cosa ne pensa?

Che questo Governo non ha capito niente. Ci battiamo per eliminare il nutriscore e tassiamo lo zucchero. Ci comportiamo peggio dei francesi. Nel frattempo le aziende che producono plastica emigrano e quelle che imbottigliano bevande zuccherate vanno in Albania. Complimenti!

Che anno sarà il 2020 per Gian Marco Centinaio?

A livello personale faccio il papà di un bambino di 4 anni e sono felice di poter recuperare il tempo perso con mio figlio. Per quanto riguarda la politica continuo a lavorare per valorizzare il Made in Italy. Era una mission da Ministro lo è da senatore.

Regionali in Emilia Romagna: se vince la Lega cadrà il governo e si andrà a nuove elezioni?

Lo spero. Iniziamo a vincere in Emilia e Calabria e poi vedremo. Il Governo è troppo litigioso e il Paese sta pagando la “decrescita felice” tanto cara ai grillini.

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