“Il comparto vitivinicolo veneto, ormai da diversi anni, sta procedendo come una locomotiva e i numeri presentati oggi lo confermano. Non mancano le preoccupazioni, che in questo momento si chiamano principalmente dazi USA e Brexit. Fondamentale per superare le eventuali future incertezze dei mercati sarà il saper fare squadra, continuando a puntare sulla qualità del prodotto nel rispetto dei disciplinari. Certamente non ci sarà spazio per i “furbetti” che fanno perdere credibilità al comparto”. Con queste parole l’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan, ha introdotto questa mattina i lavori del terzo e ultimo focus del Trittico Vitivinicolo Veneto, evento promosso da Veneto Agricoltura e Regione con Avepa, che ormai da molti anni richiama ad inizio anno a Lonigo (Vi), presso la Cantina dei Colli Berici del Gruppo Collis, una larga rappresentanza del mondo vitivinicolo regionale.
Da parte sua, il Commissario di Veneto Agricoltura, Alberto Negro, ha ricordato che “il Trittico rappresenta l’unica iniziativa del genere in Italia (e forse in Europa), fortemente apprezzata dal vitivinicolo veneto: tre focus, a gennaio, giugno e agosto, che tengono monitorato il comparto regionale del vino nelle diverse stagioni dell’anno. Fintantoché gli operatori ci chiederanno questi momenti di confronto, Veneto Agricoltura e la squadra regionale del Trittico, continuerà a proporli, cercando anche di anticipare le loro richieste..”.
Nel 2019 il vigneto veneto, che si estendeva su 97.347 ettari, ha prodotto ben 13.158.777 quintali di uva, in calo del -19,81% rispetto al 2018 (vendemmia, ricordiamolo, che per quantità resterà negli annali), ma superiore del +13,02% rispetto al 2017. Complessivamente sono stati 10.497.537 i quintali di uva a bacca bianca raccolti, trainati dall’”asso-prendi-tutto” Glera ovvero Prosecco, e 2.661.239 quelli a bacca nera. Trasformata in vino, tutta questa uva ha prodotto 10.941.775 ettolitri, segnando un calo del -18,4% sul 2018 ma una crescita del +14,3% sul 2017. Per quanto riguarda l’export, nei primi nove mesi del 2019, il Veneto ha esportato vino per oltre 1,6 miliardi di euro (+3,5% rispetto allo stesso periodo del 2018). Sono questi, in sintesi, i numeri che fotografano il comparto vitivinicolo veneto nel 2019 presentati oggi a Lonigo.
Più in dettaglio, Luca Furegon di Avepa e Nicola Barasciutti della Direzione Agricoltura della Regione Veneto, hanno evidenziato che i sistemi “Verona” e “Treviso” si confermano autentici superstar del vitivinicolo veneto, sia per superficie dedicata che per quantità di uva prodotta. Il Prosecco continua a dominare la graduatoria delle prime 10 DO, cioè Denominazioni di Origine (DOCG, DOC e IGT) regionali, con oltre 4 milioni di quintali di uva raccolta nel 2019 su una superficie complessiva di ben 35.677 ettari, comunque in calo del -12,41% rispetto al 2018. Segue a grande distanza quella Delle Venezie (Pinot Grigio), che accusa un calo del -30,51% sul 2018, e il Conegliano Valdobbiadene (-24,01%). Ottima invece la performance delle DO Soave (+17,48%) e Venezia (+50,44%), quest’ultima salita dal 9° al 6° posto della classifica.
Nel Veneto, comunque, non si fa solo quantità, ma anche e soprattutto qualità. Basti pensare che degli oltre 13 milioni di quintali di uva raccolta nel corso dell’ultima vendemmia quasi 9 milioni (8.942.886) sono costituiti da uva DOC (Denominazione di Origine Controllata), 1.433.849 quintali DOCG (Denominazione di Origine Controllata Garantita) e 2.312.695 IGT (Indicazione Geografica Tipica). Trasformati in vino, sono stati prodotti 6.877.755 ettolitri di DOP bianco, 968.444 DOP rosso, 1.467.663 IGP Bianco e 932.053 IGP Rosso. I restanti 700mila ettolitri sono costituiti da vino da tavola e varietale.
Tornando all’export di vino, il Veneto – ha sottolineato Antonella Trabuio del Sistema Statistico Regionale – si conferma prima Regione italiana (Piemonte, Toscana e Trentino-Alto Adige seguono a distanza siderale) e quarta potenza mondiale dopo Francia, Italia e Spagna. I primi tre Paesi importatori del nettare veneto sono risultati nel 2019 gli USA (dove però incombono i dazi imposti da Trump), il Regno Unito (per il quale all’orizzonte si stagliano le incertezze dovute alla Brexit) e la fedele Germania.
Ogni anno, a Lonigo, Veneto Agricoltura propone l’approfondimento di un tema di grande attualità. In questa occasione si è discusso dell’evoluzione, o meglio delle “rivoluzioni”, che in tempi recenti hanno interessato i mercati internazionali del vino. “Nell’ultimo decennio – ha ricordato Fabio Piccoli, direttore responsabile di Wine Meridian – il mercato del vino ha subito profonde modificazioni dettate non solo dalla congiuntura economica che ha coinvolto gran parte delle economie mondiali, ma anche dalle profonde evoluzioni sociali e culturali che hanno determinato grandi cambiamenti in gran parte del mondo. Oggi, le imprese del vino devono affrontare nuovi consumatori, un nuovo trade e, complessivamente, uno scenario competitivo che si modifica molto più velocemente rispetto al passato, dove anche il packaging svolge un ruolo non secondario”. Nel suo intervento, Piccoli ha anche presentato le più recenti evoluzioni dei mercati e, in particolare, i nuovi strumenti che le aziende dovranno mettere in campo per essere pronte a queste nuove sfide.
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