Per Cia-Agricoltori Italiani è positivo che il Ministero della Salute abbia emanato, con pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il decreto che indica i limiti massimi di Thc negli alimenti. Un provvedimento che mette gli agricoltori nelle condizioni di operare in un regime di maggior trasparenza e minore incertezza.
I livelli proposti, però, restano assai restrittivi per i produttori. Secondo Cia, va avviata quindi una discussione tra il Ministero della Salute e tutti gli operatori della filiera con l’obiettivo di alzare i limiti massimi di Thc negli alimenti, fissati ora nel decreto, anche per essere più competitivi sul mercato.
Gli imprenditori agricoli del settore vanno coinvolti, tanto più che negli ultimi anni sono centinaia le aziende che hanno fatto investimenti su questa coltura (+200%) che contribuisce anche a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli e, allo stesso tempo, è una produzione versatile grazie ai suoi mille impieghi. Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso -ricorda Cia- l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa dopo la Russia e contava fino a 100 mila ettari seminati per un milione di quintali prodotti. Oggi nel Paese sono quasi 4.000 gli ettari di canapa seminati.