Le importazioni in Italia nel settore dei cereali, semi oleosi e farine proteiche nei primi 10 mesi del 2019 sono aumentate nelle quantità di 290mila tonnellate (+1,7%) e nei valori di 246,2 milioni di euro (+5,4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo sottolinea Anacer, Associazione Nazionale Cerealisti.
Relativamente ai cereali in granella, gli acquisti dall’Italia passano da 11,5 a 11,8 milioni di tonnellate (+2%): Si registra l’incremento degli arrivi di grano duro (+559.100 t), di granturco (+436.500 t) ed altri cereali minori (+4.400 t), a fronte di una diminuzione dell’import di grano tenero (-682.000 t), orzo (-72.900 t) ed avena (-10.200 t). Il principale Paese fornitore di cereali in granella nel periodo considerato è risultato l’Ungheria con 2,28 mio/t, seguito dall’Ucraina (1,51 mio/t) e dalla Francia (1,48 mio/t). Le importazioni di riso (considerato nel complesso tra risone, semigreggio, lavorato e rotture di riso) aumentano di 48.400 tonnellate (+33,5%). Risulta in calo l’import di farine proteiche vegetali (-237.000 t. pari a -9,8%); in aumento invece le importazioni di semi oleosi (+362.000 t, +20,3%).
Le esportazioni dall’Italia dei principali prodotti del settore nei primi 10 mesi del 2019 sono risultate in diminuzione nelle quantità di 31.600 t (-0,9%) ed in aumento nei valori di 143,9 milioni di Euro (+5,1%) rispetto allo stesso periodo del 2018.
Si confermano in diminuzione le quantità esportate di cereali in granella (-90.200 t, dovute principalmente al grano duro), della semola di grano duro (-26.400 t) e del riso (-40.700 t considerato nel complesso tra lavorato, semigreggio e rotture di riso). In aumento invece le vendite all’estero di farina di grano tenero (+5,4%), mangimi a base di cereali (+8,9%) e pasta alimentare (+6,4%).
I movimenti valutari relativi all’import/export del settore cerealicolo hanno comportato nei primi dieci mesi del 2019 un esborso di valuta pari a 4.833,1 milioni di Euro (4.586,9 nel 2018) ed introiti per 2.989,7 milioni di Euro (2.845,8 nel 2018). Pertanto il saldo valutario netto è pari a -1.843,4 milioni di Euro, contro -1.741,1 milioni di Euro nel 2018.