“Riporteremo l’insegnamento della meccanizzazione negli istituti di agraria”, nella cornice di Fieragricola Verona, la presidente della Rete Nazionale degli Istituti di Agraria Patrizia Marini e il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici (Uncai) Aproniano Tassinari hanno stretto l’accordo: “Presenteremo insieme ai vertici dei ministeri delle politiche agricole e dell’istruzione un progetto per il reinserimento della materia di meccanizzazione agricola nelle classi degli istituti di agraria di tutta Italia. Di anno in anno i mezzi agricoli crescono in complessità, che deve essere insegnata in tempo affinché non diventi poi una montagna troppo alta da scalare”, ha detto Aproniano Tassinari che ha aggiunto che “occorrerebbe valutare quanto abbia inciso la rinuncia dell’insegnamento della meccanizzazione agricola nelle scuole sulla sicurezza sul lavoro in agricoltura”.
Dal 2016 Uncai segnala la necessità di modificare i programmi didattici. “Ci fa piacere che oggi l’insufficiente formazione in meccanica agricola stia diventando un tema di interesse generale. Crediamo sia un buon approccio anche per affrontare concretamente la sfida del ricambio generazionale in agricoltura, della sicurezza e dell’impiego consapevole e competente delle nuove tecnologie di precisione e digitali in agricoltura”.
“La meccanizzazione agricola è un importante punto di incontro tra mondo della scuola e mondo del lavoro, ma richiede una formazione scolastica di alta qualità”, ha proseguito la presidente della Rete Nazionale degli Istituti di Agraria Patrizia Marini. “Infatti, in ambito agromeccanico e tecnico, le opportunità lavorative non mancano. Se non vengono soddisfatte dalla scuola, l’agricoltura è destinata a invecchiare o ad accettare di scendere a livelli qualitativi più bassi. Il protocollo di intesa con UNCAI sarà esteso a tutte le regioni e a tutti i 259 istituti di agraria della Rete. Saranno coinvolti anche i costruttori e insieme faremo leva per ottenere una riforma che consenta una formazione professionalizzante di più alto livello, come accadeva in passato, quando dalle dalle nostre scuole uscivano grandi imprenditori”, ha concluso Patrizia Marini.