Sono state circa 350mila le piante rubate nei vivai pistoiesi nel 2019, per un danno economico stimato complessivamente in alcuni milioni di euro.
Si va dagli aceri in talea, del valore di 1,5 euro al pezzo; fino a piante più grandi che vengono vendute a 5-6 euro, così come piante da siepe. Aziende che hanno visto sparire in una sola notte anche migliaia di piante. E’ quanto è emerso durante il convegno dedicato al florovivaismo toscano, che si è svolto a Pistoia, organizzato da Cia Agricoltori Italiani della Toscana. Numeri e stime confermati anche dal Distretto vivaistico di Pistoia presente con il presidente Francesco Mati.
«Si è trattato di un fenomeno criminale relativamente nuovo – commenta Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro che ne ha parlato al convegno -, una situazione in molti casi da far west, che è difficile da arginare e controllare. Garantire la sicurezza nelle campagne, in grandi superfici, dove operano i vivai non è semplice: i furti hanno interessato molte aziende e sono state portate via anche migliaia di piante in una sola notte, divelte da terra con tanto di radici; poi caricate ed ammassate sui camion e finite, probabilmente, nei mercati esteri».
Un fenomeno che ha visto impegnate le forze dell’ordine e che sembra, almeno nelle prime settimane del 2020 e negli ultimi mesi dello scorso anno, in diminuzione: «Dobbiamo ringraziare il Prefetto per aver riunito intorno ad un tavolo tutti i soggetti istituzionali – aggiunge Orlandini – fra cui le associazioni di categoria e la Cia; e le forze dell’ordine pistoiesi per l’importante lavoro di repressione fatto fino ad oggi, con l’intensificazione di controlli e arresti di alcune bande organizzate e specializzate nei furti nei vivai. Il problema permane e l’attenzione da parte delle aziende vivaistiche pistoiesi resta massima».