“Caseifici sotto assedio, fermate la banda del Parmigiano Reggiano”. Parole di Antenore Cervi, presidente Cia-Agricoltori Italiani Reggio Emilia, che interviene con forza dopo l’ennesimo colpo da migliaia di euro e chiede più controlli notturni delle forze dell’ordine nelle aree a rischio.
“Il furto messo a segno nel magazzino di Canali è solo l’ultimo di una lunga serie che va avanti da anni non solo sul territorio reggiano ma in tutto il comprensorio del Re dei Formaggi -sottolinea Cervi-. Nel mirino vi sono piccoli e grandi caseifici, magazzini, distributori e supermercati. Non stiamo parlando dei singoli furti da poche centinaia di euro, ma di una ampia rete di razzie che potrebbe avere una regia, un preciso mercato nero di riferimento e bottini complessivamente milionari”.
Il presidente Cia Reggio ricorda che “le approfondite indagini e i numerosi arresti messi a segno negli ultimi mesi dalle forze dell’ordine hanno permesso di far emergere inquietanti legami tra la malavita del Sud Italia e l’Est Europa. Ed è proprio in queste aree che verrebbe poi venduto il formaggio”. Una cosa è certa: il modus operandi di queste bande è sempre molto simile: “Dopo un attento monitoraggio del luogo, della struttura e delle vie d’accesso, a entrare in azione sono banditi molto forzuti che in pochi minuti caricano su furgoni rubati quante più forme possono. E poi fuggono, facendo perdere le loro tracce. Il bottino viene successivamente caricato su mezzi ‘non ricercati’ e poi portato direttamente ai luoghi dove viene smerciato”.
I danni per i gli imprenditori sono molteplici. “Si va da quelli diretti per il furto di un prodotto di grande valore -spiega Cervi- a quelli causati alle strutture (porte, inferriate, finestre e muri), per non parlare poi di quelli indiretti causati dal formaggio immesso sul mercato”.
Cia Reggio denuncia poi la difficile situazione che vivono gli imprenditori agricoli “nelle aree rurali, sempre più bersagliate dai ladri perché le aziende sono più accessibili e meno ‘rischiose’ per i malviventi: i colpi vanno dai costosi mezzi agricoli al prosciugamento delle cisterne di gasolio, fino alla razzia di fitofarmaci dal valore di migliaia di euro, ma riguardano anche frutta e ortaggi prelevati direttamente in campagna. Oltre al danno economico, i nostri associati ci segnalano di vivere sempre con il timore di essere nel mirino. Sollecitiamo di denunciare sempre i furti per far emergere il preoccupante fenomeno presente sull’intero territorio”.