L’Epa Usa ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni. È proprio questo il verdetto emesso dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America, a proposito del glifosate, l’erbicida molto efficace e duttile, utilizzato da numerose imprese agricole e al centro, da anni, di diatribe mediatiche e giudiziarie a proposito di una presunta cancerogenicità della sostanza.
Già nell’agosto del 2019 l’Epa aveva sottolineato come, procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva, sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’Agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”. La valutazione è stata condivisa, negli anni, dall’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), dalla Bfr (l’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca) e più recentemente dalle autorità canadesi per la salute (Health Canada).
«La valutazione dell’Epa statunitense – afferma Philip Thurn Valsassina, presidente di Confagricoltura Fvg – conferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, dalla nostra organizzazione: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo da un punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il glifosate è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici come la diminuzione di emissioni di anidride carbonica. Tanto più che i mezzi con cui viene distribuito e le epoche d’uso in Friuli VG e in Italia sono sicuri e non deve essere confuso con ciò che avviene in altre parti del mondo. Le alternative che a oggi sono disponibili sono ancora più impattanti sull’ambiente. Anche questa vicenda – conclude Thurn Valsassina – evidenzia come, prima di ricorrere alla demonizzazione di alcune modalità produttive e ai falsi allarmismi, sia opportuno analizzare le questioni tenendo nella massima considerazione i pareri espressi dalla comunità scientifica internazionale».