Non ci saranno i giornalisti cinesi alle Anteprime 2020, in programma nei prossimi giorni, per conoscere le nuove annate dei grandi vini toscani. Colpa del coronavirus: ma non per “una precauzione, per essere responsabili nei confronti delle altre migliaia di persone che parteciperanno” come riportato da organi di stampa, dove si parla anche di una richiesta fatta alla Regione Toscana di “cancellare gli inviti ai giornalisti“.
Infatti come sottolinea una nota stampa ufficiale: “L’organizzazione delle Anteprime di Toscana unitamente ai Consorzi di tutela (Brunello di Montalcino; Chianti; Chianti Classico; Nobile di Montepulciano; Vernaccia di San Gimignano), precisa che non è stata effettuata alcuna revoca né da parte dei Consorzi stessi, né della Regione, degli inviti ai giornalisti cinesi a partecipare alla settimana delle anteprime dei vini toscani (dal 15 al 22 febbraio 2020).
Gli stessi hanno infatti preso atto dai tour operator incaricati di organizzare i voli per i giornalisti cinesi, che, in seguito alle informazioni provenienti dalle compagnie aeree coinvolte, non sussistevano le condizioni tecniche per garantire l’operatività dei voli dalla Cina, non potendo così confermare la presenza di ospiti provenienti dalla Repubblica Cinese, per le misure di salute pubblica adottate in questa fase”.
Insomma nessun accredito giornalistico revocato, come ci hanno confermato dalla Regione Toscana, “ma problematiche legate alle compagnie aeree che non avrebbero potuto garantire la corretta regolarità dei voli”, soprattutto per quanto avrebbe riguardato il viaggio di ritorno.
Che poi stiamo parlando di soli 4-5 giornalisti che ogni anno vengono dalla Cina in Toscana per conoscere le nuove annate per poi scriverne e parlarne sui media del paese del Dragone. Anche per Buy Wine, che si è tenuto nello scorso weekend alla Fortezza da Basso di Firenze, una 15ina di buyer cinesi non hanno partecipato per gli stessi problemi legati ai voli. Insomma, accrediti revocati o problemi logistici, il coronavirus è già concretamente una grande mazzata per il nostro Made in Italy. Una perdita di fatturato fino al 10% è già stata stimata dal Consorzio del Vino Chianti, auspicando che l’allarme coronavirus rientri al più presto e giornalisti e turisti cinesi possano tornare in Italia alla scoperta del vino e delle altre ricchezze del Bel Paese.