«Un plauso alle forze dell’ordine e alla prefettura di Catania per l’operazione che portato al sequestro di oltre 30 tonnellate di agrumi non tracciati tra Maas e venditori ambulanti sulle strade del territorio etneo».
E’ quanto afferma il presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati. «Riteniamo – aggiunge Argentati – che questa sia la strada da seguire per affermare l’importanza della tracciabilità della filiera agrumicola ed evitare che finiscano in commercio dei prodotti la cui provenienza non sia certa. Ci sorprende che tale mancanza di tracciabilità sia poi stata rilevata all’interno del Mass e ci chiediamo come sia possibile che all’interno dei mercati agroalimentari si riscontrino partite di prodotto di cui non sia certificata la filiera produttiva».
«Quanto accaduto – prosegue la presidente del Distretto – evidenzia la necessità di maggiore rigore nei controlli in entrata e in uscita delle merci, l’assoluta urgenza di garantire la tracciabilità anche con strumenti tecnologici di nuova generazione e una migliore organizzazione di tutta la filiera agrumicola. In primo luogo a tutela delle produzioni di qualità Dop, Igp e Biologiche, dei produttori e dei commercianti onesti che ogni giorno faticano per portare avanti il loro lavoro nel rispetto delle regole e dei consumatori finali, i quali hanno diritto a comprare e consumare agrumi di cui sia certa la provenienza e i metodi di coltivazione e trattamento. Non ultimo, l’operazione interforze segna una attenzione delle istituzioni a un problema annoso, sollevato da tantissimi produttori che fanno parte della base del Distretto Agrumi di Sicilia: l’odioso fenomeno dei furti in campagna, che penalizza fortemente tutto il comparto».