Il mondo scientifico italiano prende le distanze dall’agricoltura biodinamica.
Lo fa con un documento: Perché la “scienza biodinamica” è incompatibile con Scienza e Università proposto da SETA, il gruppo che promuove le Scienze e le Tecnologie per l’Agricoltura, e sottoscritto da più di 20 prestigiose comunità scientifiche nazionali che rappresentano diverse migliaia di ricercatori ed esperti del settore.
L’approccio alla produzione agricola della biodinamica si basa su principi esoterici ed astrali, ed esplicitamente rifiuta il metodo sperimentale, si legge nel documento. I principi che lo caratterizzano fanno riferimento alla sfera delle pseudo-scienze e a inquietanti rituali, come la sepoltura di organi animali ed il dissotterramento di preparati biodinamici da diluire in acqua in percentuali omeopatiche e “dinamizzate”.
Nonostante le ripetute denunce da parte della comunità scientifica nazionale, “con distratta superficialità qualche Università prosegue in una deriva antiscientifica”.
Il riferimento immediato è alla città di Firenze dove, nello scorso novembre, in un workshop organizzato dalla Scuola di Agraria dell’Università è stato dato ampio risalto alle pratiche biodinamiche e in cui il prossimo 27 febbraio. si terrà a Palazzo Vecchio il 36° Convegno Internazionale di Agricoltura Biodinamica., ma anche ad iniziative di qualche altro Ateneo italiano che ha avvallato progetti basati su una pratica agricola del tutto estranea alla scienza.
In questi giorni in Senato è in via di approvazione un disegno di legge quadro in materia di agricoltura biologica e biodinamica che annovera entrambe come metodi di produzione agricola di “interesse nazionale”, relegando così in modo automatico in secondo piano tutto il resto, dal quale dipende oltre il 95% della produzione agricola italiana che, non va dimenticato, è alla base del successo del made in Italy agro-alimentare nel mondo.
“Pur nel rispetto della libertà di chiunque di seguire le ideologie in cui crede e di praticare l’agricoltura che vuole, riteniamo inaccettabile che l’agricoltura biodinamica possa essere in qualsiasi modo e a qualunque titolo considerata all’interno dell’Università e della Ricerca italiana e, tantomeno, all’interno delle leggi che regolano la vita della Repubblica”, così si chiude il documento.
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