Pioggia di ordini disdetti e merce destinata all’estero bloccata alle frontiere o ferma per mancanza di trasportatori. L’emergenza coronavirus sta causando molti problemi ai florovivaisti del Basso Padovano, che stanno accusando un forte calo nel lavoro che rischia di inficiare il periodo positivo del comparto.
“Fatichiamo a trovare trasporti per portare la merce nell’Est europeo – spiega Pandolfo Older, presidente dei florovivaisti di Confagricoltura Padova che ha l’azienda a Saonara -. Non riesco a trovare camion per la Romania per un ordinativo riguardante piante da frutto. Gli autisti temono di venire in Italia per paura di essere messi in quarantena nel loro Paese o bloccati alle frontiere. La prima bozza del decreto del governo sulle restrizioni nelle aree più colpite dal virus ha scatenato il panico. Stiamo cercando di tranquillizzare la clientela, ma il clima è molto teso. Inoltre stiamo subendo un grosso calo di ordinativi perché molti nostri clienti grossi sono in Lombardia, come il centro giardinaggio Garden di Milano, che è costretto a chiudere nei weekend. Abbiamo perso la Festa della donna e ora perderemo anche Pasqua. La preoccupazione è per il futuro: se questi clienti perdono incassi, slitteranno anche i pagamenti per gli acquisti. Rischia di andare gambe all’aria un intero settore”.
Conferma Paolo Michieli, florovivaista di Vescovana che è l’unico produttore in Italia della pianta tropicale Tillandsia, utilizzata molto per gli allestimenti floreali: “Noi lavoriamo soprattutto con fiere e manifestazioni, che stanno saltando tutte. Quindi ci stiamo trovando senza lavoro – dice -. Lavoravamo con il Fuori Salone di Milano, ma l’hanno spostato e chissà se lo faranno. Ogni giorno ci fioccano disdette di eventi annullati. In più sono chiusi i centri Garden, che erano un’altra voce importante del nostro indotto. Abbiamo messo i dipendenti in part time, ma siamo molto preoccupati”.
Il presidente della Federazione nazionale del florovivaismo di Confagricoltura, Francesco Mati, si è fatto portavoce dello sconcerto della categoria perché alle frontiere vengono disdetti o rifiutati piante e fiori destinati all’esportazione o messi in quarantena con interpretazioni restrittive di alcune dogane. “Il blocco dell’export di prodotti florovivaistici è assurdo e pretestuoso – ha detto -. Ci vogliono interventi chiari e rigorosi, a livello europeo ma anche mondiale, per fermare lo sciacallaggio in atto. Tutto il Made in Italy, compreso quello florovivaistico, è sotto attacco”. I nostri produttori sono ingiustamente minacciati nei loro interessi economici, rischiano il tracollo delle loro imprese e minacciano proteste alle frontiere con la Francia”.