Esce più che dimezzato (-55,4%) il saldo positivo della bilancia commerciale del settore ortofrutticolo nel 2019 che si ferma a 348,6 milioni (contro i 781,7 del 2018). Mentre l’import (in quantità) supera l’export (3,7 milioni di tonnellate contro 3,6 milioni) , il valore dell’export (4,6 miliardi) rimane superiore al valore dell’import (4,2 miliardi).
E’ il quadro della bilancia commerciale dell’ortofrutta italiana nel 2019 resi noti da Fruitimprese sulla base dei dati Istat.
La contrazione sensibile del saldo commerciale è dovuta in larga misura all’aumento delle importazioni (4% in quantità e dell’11,1% in valore). L’export a conti fatti tiene , con un aumento del 2,5% in quantità ed un calo di appena lo 0,2% in valore. Complessivamente l’Italia ha spedito oltreconfine circa 3 milioni e 642 mila tonnellate di prodotti per un valore di 4 miliardi e 590 milioni di euro. In crescita i volumi di ortaggi (0,9%), frutta fresca (5,7%) e frutta secca (2,1%) mentre battuta d’arresto per gli agrumi (-13%). In valore crescono gli ortaggi (4,1%) e la frutta secca (1,2%) e calano gli agrumi (-5,2%) e la frutta fresca (-2,3%).
Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha importato circa 3,7 milioni di tonnellate per un valore di 4,2 miliardi di euro. Tra i singoli comparti crescono in volume gli ortaggi (7%), gli agrumi (5,8%), la frutta fresca (7,4%) e la frutta secca (13,5%) mentre cala la frutta tropicale (-4,7%). In valore segno positivo per tutti i comparti ad eccezione degli agrumi che hanno fatto registrare un calo del 6,4%.
Questo il commento di Marco Salvi, presidente di Fruitimprese:
“I dati definitivi dell’interscambio 2019 confermano una sostanziale tenuta dei volumi e delle quantità dell’export rispetto al 2018. Confermano anche una forte richiesta di prodotto da parte dei consumatori e delle famiglie italiane, il che giustifica il forte incremento dell’import. Di conseguenza la bilancia commerciale di settore esce squilibrata in maniera importante. Questi numeri non possono accontentarci, soprattutto se paragonati a quelli di altri paesi dal cui confronto usciamo fortemente penalizzati.
Come abbiamo sempre detto, è nostra convinzione che tornare a crescere è possibile sia sui mercati esteri (se sapremo sottoscrivere rapidamente accordi bilaterali con Paesi oggi chiusi alle nostre produzioni) sia sul mercato interno se i consumi saranno sostenuti da campagne di promozione adeguate al valore che le produzioni ortofrutticole hanno per la salute dei consumatori e per l’economia del Paese.
In riferimento all’attuale crisi da Coronavirus voglio ribadire che le imprese del settore stanno lavorando giorno e notte per garantire la fornitura di prodotti all’Italia, all’Europa e al mondo nel rispetto delle massime garanzie igienico-sanitarie e delle prescrizioni dei Decreti governativi. Ci siamo adeguati in tempi strettissimi alle prescrizioni del Governo per quanto riguarda i nostri ambienti di lavoro per assicurare la massima tutela della salute dei nostri dipendenti nei magazzini di lavorazione e confezionamento. Ai nostri clienti in Italia, Europa e nel mondo continuiamo a fornire, come e più di sempre, prodotti con le massime garanzie organolettiche e igienico-sanitarie e forse è proprio in occasioni emergenziali come questa che ci si rende conto del servizio prezioso che le nostre imprese rendono alla collettività”.
“Questa crisi ci insegna – conclude Marco Salvi – che il valore dei nostri prodotti non sta solo nel prezzo, ma nelle garanzie di qualità e certificazione che le nostre imprese sono in grado di offrire. L’Italia può solo avvantaggiarsi se l’asticella globale della qualità si alza, perché nella tutela della salute dei consumatori non siamo secondi a nessuno. Ribadisco che non è accettabile alcuna discriminazione verso i nostri prodotti da parte di catene di altri Paesi europei e non, o di catene di retailer che in questi giorni di confusione stanno prendendo decisioni improvvisate ai danni delle nostre produzioni (o di altri paesi partner).
Voglio infine esprimere il più sentito ringraziamento a titolo mio personale e degli operatori ortofrutticoli internazionali di Fruitimprese alle ministre Bellanova e De Micheli per la rapida risoluzione della problematica venutasi a creare al valico del Brennero, a causa delle nuove misure di controllo sanitario poste in essere dalle Autorità austriache”.
FRUITIMPRESE Costituita nel 1935 e assunta nel 1949 la forma di Associazione, Fruitimprese riunisce le imprese ortofrutticole italiane, svolgendo un ruolo fondamentale per favorire lo sviluppo delle aziende impegnate nell’attività di export-import, in un settore che contribuisce in maniera rilevante all’affermazione del “Made in Italy” nel mondo. Fruitimprese è al fianco degli associati in una fase di costante evoluzione dello scenario economico internazionale e di crescente competizione tra i protagonisti del mercato. Le aziende associate sono oltre 300, per un fatturato complessivo di 6 miliardi di euro, di cui 2 miliardi di fatturato export.