I produttori trevigiani di carne suina lanciano l’allarme speculazioni sul settore che, a causa della chiusura di bar e ristoranti e con il turismo azzerato, sta soffrendo fortemente soprattutto nel comparto dei prosciutti dop.
Ora però stanno crollando anche i prezzi di tutti i tagli freschi, che fino ad ora stavano tenendo botta dando un po’ di ossigeno alle aziende agricole.
“A causa dell’emergenza coronavirus le macellazioni sono a regime ridotto – spiega Rudy Milani, presidente degli allevatori di suini di Confagricoltura Veneto – , in quanto c’è stato un calo dei consumi dovuto alla chiusura di tutto il settore della ristorazione e delle mense scolastiche, che ha costretto anche a una riorganizzazione interna in base alle norme sulla sicurezza legate alla manodopera. Il prezzo dei suini ha subito perciò un drastico calo dei prezzi, scivolando da 1,80 euro al chilo a 1,45. A risentirne fortemente è stato il segmento dei prosciutti dop, un settore che in Italia vale 8 miliardi: la riduzione delle vendite di prosciutto stagionato arriva a punte che vanno dal 60 al 70%. Il prosciutto era già in difficoltà prima e ora temiamo la bastonata, anche perché potremmo perdere i periodi più favorevoli dell’anno per il mercato che sono primavera ed estate, quando i consumi delle dop schizzano in alto e sono legati soprattutto alla ristorazione”.
Adesso si aggiunge anche l’andamento calante dei prezzi di tutti i tagli freschi, braciole di lombo e di coppa in primis: “Fino a una settimana fa i prezzi erano buoni, ma poi la grande distribuzione, accortasi della drastica riduzione del prezzo dei suini vivi, ha ben pensato di dire alle industrie di macellazione: visto che pagate meno il vivo, io vi pago meno le braciole. Un’operazione di forte speculazione su una filiera già in difficoltà, che ci riempie di rabbia e di sconforto, anche perché il prezzo della carne sui banchi della Gdo sta salendo. C’è il rischio, se continua il trend, che il prezzo dei suini vivi scenda ancora. Tutto questo mentre intanto il costo delle materie prime aumenta, basti pensare al prezzo dei cereali”.
Secondo i dati di Veneto Agricoltura relativi al 2018 gli allevamenti con finalità da reddito in Veneto sono 1.885, con 633.000 capi censiti. Le province dove si concentra la produzione sono Verona, che detiene circa un terzo del totale, seguita da Treviso (20%) e Padova (17%). Quindi Rovigo, Vicenza e Venezia. Il Veneto produce circa il 10 per cento dei suini sul totale nazionale per la dop prosciutti.