“In un momento di grande difficoltà per il Paese, messo alle corde dall’emergenza sanitaria ed economia legata alla pandemia del COVID-19, o cosiddetto Coronavirus, sull’agricoltura si è abbattuta l’ennesima calamità naturale, che ha provocato danni ingenti alle coltivazioni arboree dal mandorlo, alla vite, ai ciliegi”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista a proposito della neve e delle gelate che si sono abbattute sulla Regione Puglia nei giorni scorsi, rendendo noto che “numerose aziende hanno perso anche il 100% della produzione”.
“Abbiamo prontamente eseguito una ricognizione dei danni e rappresentato le nostre istanze ai Comuni, così da attivare quanto previsto dalla normativa in materia di calamità, ovvero il D.lgs. 102/2004; adesso la Regione Puglia deve fare la sua parte nel rispetto dei termini previsti dalle norme e decretare lo stato di calamità naturale al fine di ottenere dal Mipaaf il decreto utile per riconoscere alle aziende agricole colpite degli sgravi contributivi e delle proroghe sulle cambiali agrarie”, spiega Battista.
“Purtroppo, secondo quanto previsto dalla normativa poc’anzi richiamata, l’iter burocratico è piuttosto lungo e le risorse del Fondo di Solidarietà Nazionale sono sempre inferiori rispetto ai danni reali che subiscono le aziende; basti pensare, a tal proposito, che per le gelate del 28 febbraio 2018 le istruttorie delle pratiche per ottenere il risarcimento dei danni sono ancora oggi ferme presso i comuni, tanto che gli agricoltori non hanno riscosso un centesimo”, aggiunge il presidente.
“In relazione al sempre più frequente verificarsi di eventi catastrofici estremi, legati a doppio filo ai cambiamenti climatici in atto, è a nostro avviso opportuno cominciare a ragionare in merito ad alcune necessarie e opportune modifiche al D.lgs. 102/2004, intervenendo in particolare sul Fondo di Solidarietà Nazionale e sulle compagnie assicurative, affinché le polizze assicurative agevolate vengano estese anche a prodotti più ‘cagionevoli’ e difficilmente assicurabili, come ad esempio le ciliegie”, conclude Battista.