Una sanatoria per regolarizzare gli immigrati e gli irregolari che lavorano nei campi, una piattaforma per gestire i lavoratori stagionali nel settore agricolo sulla scia di quanto accade in Austria e Francia, strumenti flessibili per assumere in campagna pensionati, giovani, cassaintegrati e cittadini.
Sono queste le richieste di Cia-Agricoltori Italiani al governo per provare a dare risposte immediate alla richiesta di manodopera che arriva dalle aziende agricole in tutta Italia per effetto dell’emergenza Coronavirus.
Secondo le stime di Cia, un provvedimento di regolarizzazione, che in Italia manca dal 2012, oltre a coinvolgere una platea di 150 mila persone e a inserire in una cornice di legalità i lavoratori già presenti nel nostro Paese, potrebbe portare nelle casse dello Stato anche nuove entrate per 1,2 miliardi di euro, tra Irpef e contributi previdenziali.
L’idea di Cia è quella di prevedere, alla stipula del contratto, il pagamento di un contributo forfettario da parte del datore di lavoro e il rilascio del permesso di soggiorno per il lavoratore.
La piattaforma, invece, servirebbe per incrociare domanda e offerta di lavoro in maniera trasparente, mappando i fabbisogni di lavoro agricoli per fronteggiare l’assenza di manodopera e prevenire così anche una possibile emergenza umanitaria che rischia di determinarsi negli insediamenti affollati di immigrati irregolari.
“I campi del Paese si stanno svuotando e, per evitare il rischio del blocco degli approvvigionamenti di cibo fresco a supermercati e negozi di beni alimentari, è necessario intervenire immediatamente -ha ribadito il Presidente di Cia Agricoltori Italiani, Dino Scanavino-. A causa delle restrizioni imposte dalle misure per il contenimento del Coronavirus, infatti, diversi prodotti rischiano di rimanere in campo e nelle serre perché non ci sono abbastanza operatori per la raccolta”.
“Già da qualche settimana registriamo queste richieste dai territori che si fanno, giorno dopo giorno, sempre più pressanti -ha continuato Scanavino-. Servono interventi urgenti, non ci possiamo permettere di buttare cibo e occorre anche consentire la fluidità del lavoro agricolo. Sono necessari gli interventi da subito per continuare a rifornire gli scaffali di prodotti freschi e sani”.