“Abbiamo migliaia di ordini disdetti, milioni di fiori che stiamo mandando al macero. Lasciare aperti gli angoli verdi dei supermercati e impedire a noi florovivaisti di vendere i prodotti è una contraddizione e una follia. Così ci costringeranno a chiudere”.
Così Claudio Previatello, responsabile nazionale del settore florovivaismo di Anga– Giovani di Confagricoltura e presidente dei giovani di Confagricoltura Rovigo, che ha un vivaio di fragole, piante e fiori a Grignano Polesine, si esprime sull’ultima ordinanza del governatore del Veneto Luca Zaia. Tra le misure di contrasto alla pandemia Covid-19 c’è, infatti, il divieto di commercio di prodotti florovivaistici in punti vendita autonomi, che fa restare aperti i cosiddetti “angoli verdi” nei supermercati, ma lascia agli operatori del settore soltanto la possibilità della consegna a domicilio.
“Ritengo questa nuova ulteriore stretta ingiustificata, in quanto è in pieno contrasto con quanto specificato pochi giorni fa dal ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, che invece consentiva l’apertura dei punti vendita delle aziende florovivaistiche – sottolinea Previatello -. È una disposizione a danno di un comparto che era già di per sé in affanno, schiacciato da una sleale concorrenza sui mercati ad opera dell’Olanda, e che ora, con le piante pronte da vendere e i punti vendita chiusi e nessuna forma di supporto, vedrà parte delle aziende rischiare di abbassare definitivamente le serrande. Lasciare aperti gli “angoli verdi” dei supermercati può favorire assembramenti o il prolungamento delle tempistiche dedicate alla spesa settimanale: meglio sarebbe stato consentire di aprire a garden e vivai, che lavorano in grandi spazi aperti e con meno clientela. Si tenga poi conto che la grande distribuzione, e quindi i supermercati, non acquistano piante dalle nostre aziende italiane, ma spesso e volentieri si rivolgono all’estero, causando non pochi danni alla nostra attività. Noi vivaisti lavoriamo in gran parte con garden e grossisti, che però ora, a causa dell’ordinanza, ci stanno dando disdetta di migliaia di ordini già firmati. Mi stanno chiamando i giovani colleghi da tutto il Veneto, da Padova a Verona e Venezia. C’è chi ha ricevuto disdetta perfino degli ordini dei crisantemi, tanto è il timore del settore di non ripartire neppure in autunno”.
La possibilità concessa della consegna a domicilio non risolve le cose: “Chi acquista una pianta o un fiore preferisce vederlo e toccarlo dal vivo piuttosto che sceglierlo dal computer, specie se sa che comunque lo potrà trovare al supermercato – annota Previatello -. La situazione è quindi molto grave per le circa 1.500 aziende florovivaistiche del Veneto, che traggono il 70-80 per cento dei guadagni dai mesi primaverili. E pensiamo ai tanti giovani che stanno subentrando ai padri nella conduzione dell’azienda e che hanno investito sul loro futuro con risparmi e sacrifici. Tanto più che ai florovivaisti non è stata concessa alcuna forma di indennizzo per il danno che stanno subendo, ma solo promesse di sgravi o tassi agevolati per prestiti di denaro, oltre a un inutile modulo da compilare per autocertificare le partite di piante distrutte, oppure le solite forme del Psr, il Programma di sviluppo rurale, poco adeguate alle nostre esigenze. Mi permetto di chiedere al governatore Zaia: a cosa ci serviranno gli sgravi fiscali se tra un po’ non avremo più soldi per pagare le tasse? A che cosa dovrebbe servirci richiedere prestiti o misure del Psr se tra poco le nostre aziende chiuderanno i battenti? Zaia ci ripensi e cambi la misura nei nostri confronti: gli ricordo che l’agricoltura veneta non è fatta solo di Prosecco e radicchio di Treviso”.